Repressione transnazionale
La repressione transnazionale è un potente strumento del Partito Comunista Cinese, utilizzato per minacciare le libertà individuali e il diritto democratico ad esercitare il dissenso verso le politiche governative. Il PCC è responsabile della campagna di repressione transnazionale più oppressiva al mondo, che ha come bersaglio diretto i praticanti del Falun Gong.
Secondo documenti governativi trapelati, testimonianze rese davanti al Congresso americano da parte di ex diplomatici cinesi, e indagini di varie associazioni, fin dall’inizio ufficiale della persecuzione, nel 1999, il PCC ha messo in atto in tutto il mondo operazioni volte a mettere a tacere, emarginare e sopprimere il Falun Gong.
Negli ultimi due anni, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha lanciato campagne con l’obiettivo sempre più esplicito di reprimere la diaspora del Falun Gong nel mondo. Questo si è manifestato in atti violenti avvenuti nelle strade; tentativi di sovversione tramite tattiche di soft power; attacchi ai media e alle organizzazioni fondate da praticanti del Falun Gong. Queste operazioni continuano ancora oggi.
Documenti interni del PCC mostrano come la repressione transnazionale contro i praticanti del Falun Gong sia una campagna lanciata e organizzata dal Partito Comunista Cinese, che la considera una priorità assoluta.
La direttiva che segue illustra nei dettagli le strategie del regime cinese per diffamare, mettere a tacere e reprimere il Falun Gong al di fuori della Cina. “I Paesi e le regioni dove si svolgono importanti attività del Falun Gong, come gli Stati Uniti, devono essere trattati come il principale campo di battaglia”; è l’ordine di Meng Jianzhu, allora membro del Comitato Centrale del PCC e capo del PLAC (Comitato per gli Affari politici e legislativi)
Alcuni esempi di azioni del PCC contro il Falun Gong all’estero:
- Aggressioni fisiche
- Monitoraggio e sorveglianza online
- Cyberattacchi, raccolta di informazioni private, liste nere per i viaggi in Cina.
- Pressioni diplomatiche e propaganda
- Ostruzione e isolamento dei praticanti del Falun Gong nelle loro città di residenza
- Minacce a imprese straniere collegate con il Falun Gong o che hanno dimostrato di esserne favorevoli
- Manipolazione e coercizione dei media affinché pubblichino articoli anti-Falun Gong
- Pressioni e minacce a leader dei diritti umani, organizzatori di eventi, testimoni della persecuzione
- Minacce e molestie ai familiari degli attivisti
- Attività da parte del Fronte Unito e scambi culturali
- Ostacolare gli eventi e i club del Falun Gong nei campus scolastici e nelle università
“In ogni missione diplomatica cinese all’estero deve esserci almeno un funzionario responsabile degli affari del Falun Gong. Il capo della missione e il suo vice saranno responsabili degli affari del Falun Gong. So che in Australia risiedono più di 1.000 agenti segreti e informatori cinesi, che hanno lavorato nella persecuzione contro il Falun Gong. Il numero negli Stati Uniti è molto probabilmente più alto”.
– Chen Yonglin, ex funzionario del consolato cinese a Sydney, testimone davanti al Congresso americano.
I praticanti del Falun Gong sono presi di mira dal Partito Comunista Cinese per la loro fede in tutto il mondo. Questo fenomeno non si limita ai cittadini cinesi che sono fuggiti dalla Cina. Anche i cittadini di altre nazioni del mondo possono essere colpiti. La repressione e l’ampia gamma di tattiche intimidatorie subite dai praticanti Falun Gong che sono fuggiti dalla Cina per sfuggire alla persecuzione includono:
NOTA: I seguenti sono un piccolo campione dei casi più eclatanti e importanti documentati a partire dal 1999 (aggiornato al 2022)
Cittadini e residenti americani che praticano il Falun Gong hanno subito molestie, minacce di morte e violenze fisiche, spesso da parte di teppisti legati ad “associazioni” pro-Pechino. Vari funzionari governativi statunitensi, dai sindaci delle piccole città ai membri del Congresso, fino ai funzionari della Casa Bianca, hanno ricevuto pressioni e minacce da parte dei diplomatici cinesi, affinché non sostengano il Falun Gong.
Di seguito sono riportati alcuni casi esemplificativi…
Febbraio 2023: Il volontario dello stand informativo David Fang è stato aggredito fino a sanguinare da Zhongping Qi, di 77 anni, che in passato ha abusato verbalmente dei volontari dello stand del Falun Gong. Questo incidente di febbraio è stato solo l’ultimo di una serie di incidenti in cui Qi ha preso di mira i praticanti. Spesso imprecava e lanciava insulti immotivati ai volontari degli stand informativi del Falun Gong. La polizia di New York lo ha arrestato e ha accusato Qi di aggressione di terzo grado per l’incidente.
Febbraio 2022: a New York nell’area di Flushing, nel Queens, queste tattiche del regime cinese sono comuni. Nel 2008 e nel 2015 si sono verificati diversi gravi episodi di molestie e minacce. Il 10 febbraio 2022 si è verificata l’ultima serie di attacchi. Zheng Buqiu, 32 anni, alleato del PCC, ha vandalizzato uno stand del Falun Gong fuori dalla biblioteca pubblica del Queens, dove ha strappato un poster prima di essere fermato. Per una settimana di fila, Zheng ha distrutto gli stand in tutta Flushing prendendo a pugni e a calci le bacheche, rovesciando i tavoli con gli opuscoli informativi e rompendo l’altoparlante portatile calpestandolo. Gli attacchi sono continuati in tre diverse postazioni, fino a quando gli agenti della polizia di New York hanno arrestato Zheng il 15 febbraio. La polizia l’ha accusato di atti vandalici e crimine d’odio, reati che potrebbero costargli fino a un anno di carcere. Un volontario ha raccontato che Zheng è stato visto insieme a Li Huahong, il presidente di un gruppo “anti-culto” legato all’Ufficio 610. Li Huahong è stato arrestato quattro volte dalla polizia di New York per aver vandalizzato gli stand del Falun Gong, sin dal 2008.
Maggio 2008: Nel corso di diversi giorni, folle pro-Pechino hanno molestato e aggredito fisicamente i praticanti del Falun Gong nelle strade di Flushing, a New York. L’allora console generale della Repubblica Popolare Cinese a New York, Peng Keyu, è stato poi ripreso mentre affermava di aver segretamente istruito gruppi di “comunità” cinesi a compiere gli attacchi. 16 degli aggressori sono stati arrestati.
Febbraio 2006: Peter Yuan Li viene aggredito e derubato da uomini asiatici armati nella sua casa di Atlanta. Li era uno specialista di tecnologia informatica, attivo da oltre sei anni nella difesa dei diritti umani del Falun Gong. Verso mezzogiorno, un uomo asiatico, fingendo di dover consegnare dell’acqua, si è presentato alla porta di casa di Li. Prima che Li se ne rendesse conto, due uomini sono entrati con la forza, hanno estratto una pistola e un coltello e lo hanno avvolto in una coperta, cercando di soffocarlo. Hanno poi usato del nastro adesivo per coprirgli la bocca, gli occhi e le orecchie e una prolunga per legargli le braccia e le gambe. Gli uomini lo hanno picchiato duramente sulla testa e sul viso, probabilmente con il calcio della pistola, ha detto Li. Ha sanguinato copiosamente. Qualche istante dopo ha sentito uno o due altri uomini entrare in casa sua e uno di loro parlava in cinese mandarino. Mezz’ora dopo se ne sono andati. Hanno rovesciato i suoi schedari e rubato due computer portatili e potenzialmente altri documenti importanti, dice Li, ma nessun oggetto di valore. Le ferite sul viso di Li hanno richiesto 15 punti di sutura.
Forbes ha pubblicato la notizia sul successo dei praticanti nello sfondare il blocco di Internet in Cina, tre delinquenti hanno fatto irruzione nella casa di Li Yuan, uno dei tecnici chiave.
Il Canada, come gli Stati Uniti, ospita molti cittadini e residenti cinesi che praticano il Falun Gong. Allo stesso modo, il Partito Comunista Cinese cerca di controllarli e opprimerli.
“La repressione contro il Falun Gong si estende al territorio canadese…”.
Ketty Nivyabandi, Segretario generale di Amnesty International Canada
I seguenti sono solo alcuni casi esemplificativi…
Giugno 2019: Gerry Smith, praticante del Falun Gong, stava partecipando all’annuale Dragon Boat Festival, in un parco pubblico di Ottawa. Il presidente del Festival gli ordinò di togliersi la maglietta che indossava. La maglietta aveva la scritta “Falun Dafa” (un altro nome per il Falun Gong) e i principi della pratica: “Verità, Benevolenza, Tolleranza”. Il presidente disse che l’Ambasciata cinese era uno sponsor dell’evento: la sua maglietta era una “dichiarazione politica inappropriata”; inoltre altri sette o otto praticanti del Falun Gong che stavano facendo esercizi di meditazione nello stesso parco dovevano andarsene.
In seguito un articolo relativo a quanto successo venne pubblicato in lingua cinese su vari siti web in Cina: il Falun Gong venne descritto come politicizzato, la cui presenza non era gradita in Canada. L’articolo citava le parole del Presidente dell’evento, reiterando la propaganda anti-Falun Gong.
Agosto 1999: William Wang, ingegnere progettista di aerei, si reca a Pechino per la terza volta per appellarsi contro la persecuzione del Falun Gong da parte del PCC insieme ad altri praticanti. Alcuni giorni dopo, sono stati denunciati alla polizia e in seguito sequestrati dagli agenti del dipartimento di polizia del distretto di Fengtai di Pechino. Sono stati ammanettati per tutto il viaggio di ritorno alla loro città natale.
Il signor Wang ha raccontato che, anche dopo essere arrivato in Canada, continuava a sentire la pressione della persecuzione. Poco dopo l’arrivo in Canada, agenti del PCC hanno contattato e minacciato suo padre. Gli hanno detto che, se avesse continuato a praticare il Falun Gong in Canada, avrebbe perso il lavoro e non avrebbe fatto carriera se fosse tornato in Cina. Questa tattica di pressione è una forma comune e diffusa di ritorsione affrontata dai praticanti del Falun Gong in tutto il mondo.
L’influenza di Pechino in Australia va avanti da molti anni. Per anni accademici e parlamentari hanno lanciato avvertimenti sulla crescente presenza del PCC nel Paese. Di pari passo, i tentativi del regime cinese di opprimere i praticanti del Falun Gong in Australia sono sempre più audaci.
Il Consolato cinese nell’Australia occidentale ha contattato i circoli politici della capitale, Perth, in molte occasioni. L’obiettivo: convincere i funzionari della necessità di impedire alla città di rilasciare permessi ai praticanti del Falun Gong per le loro attività e manifestazioni.
Secondo quanto riportato dal quotidiano locale WAtoday nel febbraio 2020, il Consolato cinese ha contattato spesso i politici locali per lamentarsi degli eventi del Falun Gong in città, ma i funzionari hanno sempre respinto queste richieste. La città di Perth ha continuato a rilasciare permessi per le attività dei praticanti del Falun Gong perché hanno sempre rispettato la legge.
Nel 2018, il Consolato cinese ha fatto un altro tentativo di impedire al Falun Gong di partecipare alla parata di Natale di Perth, ma è stato smascherato pubblicamente dai mezzi di comunicazione. I praticanti del Falun Gong hanno partecipato a tutte le parate a partire dal 2008, ma per la prima volta è stato vietato loro di indossare abiti che li identificassero come “Falun Gong”. Nel dicembre 2021, è stato vietato loro di partecipare alla sfilata di Natale di Perth. Anche se gli organizzatori (la Seven West Media del miliardario Kerry Stokes) avevano inizialmente invitato i praticanti del Falun Gong, il loro pass di partecipazione è stato revocato dieci giorni dopo.
Gli organizzatori hanno comunicato che la parata era apolitica e che la presenza del Falun Gong avrebbe potuto portare alla “messa in onda di questioni politiche internazionali”. L’e-mail diceva: “La parata non è un forum per rappresentare coloro che sono coinvolti in tali questioni, e dare luogo a potenziali conflitti e problemi di sicurezza per l’evento”. Limitando la partecipazione dei praticanti del Falun Gong, con il falso pretesto che la loro meditazione e i loro abiti tradizionali cinesi fossero “politici”, gli organizzatori hanno effettivamente discriminato una minoranza religiosa perseguitata e messo a tacere le loro voci al di fuori della Cina. Gli sforzi del consolato cinese per influenzare la politica australiana e mettere a tacere le voci dissenzienti all’interno della comunità cinese locale fanno parte di un modello più ampio nel Paese, ben documentato negli ultimi anni.
Quello che segue è considerato il più violento e barbaro atto di soppressione attuato dallo Stato cinese contro i praticanti del Falun Gong in Africa, a partire dal 1999. Questo atroce incidente ha inviato un messaggio che riecheggia fino ai giorni nostri: il PCC è disposto a commettere qualsiasi crimine nel tentativo di mettere a tacere il Falun Gong.
Giugno 2004: Durante la visita in Sudafrica del Vicepresidente cinese Zeng Qinghong e del Ministro del Commercio Bo Xilai, nove praticanti del Falun Gong australiani, tra cui David Liang, si recarono in Sudafrica. Oltre ad aiutare i praticanti locali ad organizzare una conferenza stampa per denunciare i crimini dei due funzionari cinesi, il loro obiettivo era di denunciarli legalmente.
Durante il tragitto dall’aeroporto di Johannesburg a Pretoria, intorno alle 20.30 del 28 giugno 2004, un’auto bianca sorpassò l’auto di David Liang. Almeno cinque colpi di AK-47 vennero sparati contro il loro veicolo. David, che era alla guida, venne ricoverato in ospedale con ferite da proiettile La sua auto venne danneggiata nell’incidente. Ebbe bisogno di quasi un anno di cure e riabilitazione per tornare a camminare.
Si sospetta che questo attacco venne orchestrato dai funzionari del Partito Comunista Cinese in visita. Zeng e Bo sono noti per essere responsabili di omicidi e torture di praticanti del Falun Gong in Cina. Maggiori informazioni nell’articolo qui sotto.
Nel Regno Unito risiedono molti coraggiosi praticanti del Falun Gong, rifugiati dalla Cina. I praticanti di Londra sono famosi per i loro appelli pacifici davanti all’ambasciata cinese, che vanno avanti ininterrottamente, 24 ore su 24, dal 2002.
Durante aprile e maggio 2021, He Renyong si è presentato allo stand del Falun Gong nella Chinatown di Londra con un gruppo di persone, minacciando di uccidere e picchiare i volontari presenti; ha anche sputato loro addosso. In un’occasione, ha lanciato una lattina a un praticante della Falun Dafa di nome Peng, colpendolo al polpaccio. I membri del pubblico che hanno assistito al comportamento violento di He Renyong hanno chiamato la polizia. Al loro arrivo, gli istigatori che erano lì con He sono scappati, lasciandolo solo. He è stato ammanettato e portato via dalla polizia.
Il caso è stato discusso in un tribunale locale di Westminster il 3 febbraio 2022. He Renyong ha negato le accuse e ha affermato di essere stato istigato. La polizia ha invitato due praticanti a testimoniare e ha mostrato la registrazione dell’aggressione di He avvenuta a Chinatown. Il tribunale ha condannato He Renyong a 16 settimane di carcere per aver aggredito e molestato i praticanti della Falun Dafa. È stato accusato di minacce, offese, azioni umilianti, molestie, percosse e aggressione.
Il 23 agosto 2022 i praticanti del Falun Gong hanno tenuto una attività per esporre la persecuzione (con permesso approvato dalla polizia della città) nel 3° distretto di Parigi. Un uomo di etnia cinese ha interrotto violentemente l’evento strappando uno striscione dei praticanti del Falun Gong. Ha anche spostato dei bidoni della spazzatura davanti agli altri striscioni dei praticanti. Ha urlato: “Non potete stare qui. L’ambasciata cinese è qui”.
Il 21 maggio 2020 la radio nazionale finlandese Yleisradio, ha pubblicato un articolo sul proprio sito internet intitolato “Sotto l’occhio vigile della Cina”, descrivendo alcuni dei modi in cui il Partito Comunista Cinese fosse in grado di spiare gli immigrati cinesi in Finlandia. Le attività di spionaggio di una potenza straniera nei confronti dei suoi cittadini all’estero sono definite “spionaggio dei rifugiati”. Il Servizio di sicurezza e intelligence finlandese (SUPO) ha documentato episodi di spie cinesi che hanno monitorato e molestato praticanti del Falun Gong, sostenitori di Hong Kong, tibetani, e uiguri che vivono in Finlandia.
Una delle vittime è stata Jin Zhaoyu, una praticante del Falun Gong che vive in Lapponia, nel nord della Finlandia, dal 2008. Per anni si è data da fare per esporre violazioni dei diritti umani in Cina, soprattutto da quando sua madre è stata imprigionata in Cina a causa della sua pratica del Falun Gong. A causa delle sue attività pacifiche, ha subito molestie da parte di persone affiliate all’ambasciata cinese in Finlandia. Yleisradio ha riportato che gli sforzi di Jin per salvare sua madre e altri praticanti detenuti hanno attirato l’attenzione dei media. La sua storia è stata pubblicata su Helsingin Sanomat, il principale quotidiano finlandese. Anche Amnesty International ha dato il suo sostegno agli sforzi di salvataggio di Jin e ha considerato sua madre una prigioniera di coscienza.
Dopo essere stata rilasciata nel 2015, la madre di Jin ha potuto raggiungere le figlie in Finlandia grazie all’aiuto di Amnesty International. Nonostante siano passati cinque anni dal rilascio della madre, Jin continua a subire molestie. La sua azienda turistica, che offre esperienze nella natura, tra cui viaggi per poter ammirare l’aurora boreale e safari, è stata attaccata online da aziende della Cina continentale. Tra queste, la più grande è Arctic China.
Yleisradio ha contattato l’amministratore delegato di Arctic China,Tang Chao, in merito agli attacchi contro Jin. Tang ha detto di non conoscere Jin e ha riattaccato. Secondo l’ambasciata cinese in Finlandia, Tang è il referente del consolato cinese nella città di Rovaniemi, a partire dal 2017. Arctic China rappresenta anche l’azienda cinese Kweichow Moutai (che si occupa di bevande alcoliche), in parte di proprietà statale cinese, e in parte quotata in borsa in Finlandia.
Dopo anni di miglioramento nelle relazioni tra Mosca e il PCC, le autorità russe hanno compiuto diverse mosse per limitare le attività dei residenti locali che praticano il Falun Gong: hanno messo al bando vari libri spirituali nel tentativo di designare il Falun Gong come associazione “estremista”. Questo tramite varie legislazioni locali utilizzate per reprimere la società civile. L’8 luglio 2021, un tribunale della regione siberiana di Khakassia ha definito il Falun Gong “estremista” e ha sciolto un gruppo locale di praticanti. Il Dipartimento di Stato americano ha prontamente condannato la decisione, osservando che di fatto serve a “criminalizzare la pratica pacifica per il loro credo spirituale. Le autorità russe perseguitano, multano e imprigionano i praticanti del Falun Gong per atti semplici come la meditazione e il possesso di testi spirituali”.
Il Dipartimento di Stato americano ha continuato affermando che la decisione del tribunale contro il Falun Gong “è un altro esempio di come le autorità russe etichettino gruppi pacifici come ‘estremisti’, ‘terroristi’ o ‘indesiderabili’ solo per stigmatizzare i loro sostenitori, giustificare gli abusi contro di loro e limitare le loro pacifiche attività religiose e civili”.
Il governo russo ha agito in questo modo nei confronti di diversi gruppi, i cui membri hanno subìto irruzioni nelle proprie residenze, detenzioni prolungate, pene eccessive e molestie per le loro pacifiche pratiche religiose”.
Il Dipartimento di Stato americano ha osservato che questo è solo un altro esempio della pratica russa di abusare della designazione di “estremista” come un modo per limitare i diritti umani e le libertà fondamentali: “Continuiamo a chiedere alla Russia di rispettare il diritto alla libertà di religione o di credo per tutti, compresi i praticanti del Falun Gong e i membri di altri gruppi religiosi minoritari in Russia che cercano semplicemente di esercitare pacificamente il loro credo”.
La complessa natura delle relazioni geopolitiche tra Hong Kong e Pechino ha reso sempre più difficile, per i praticanti del Falun Gong nella regione, svolgere eventi di disobbedienza civile o parlare liberamente, senza il rischio di subire rappresaglie. I volontari, spesso cittadini anziani, che distribuiscono volantini informativi per strada sono stati vittime di crimini d’odio; i giornalisti indipendenti hanno ricevuto minacce di morte; la tipografia dove il giornale Epoch Times viene stampato è stata oggetto di incendi dolosi più volte, da parte di persone sospettate di essere associate al PCC.
2021: l’11 maggio 2021, Sarah Liang è stata aggredita da un uomo non identificato che brandiva una mazza da softball: la donna ha riportato diversi lividi sulle gambe. Ha dichiarato ai mezzi di comunicazione che lo stesso uomo aveva già tentato di aggredirla l’8 maggio, nello stesso luogo di fronte a casa sua. Liang è una giornalista di Epoch Times, uno degli ultimi fari che gettano luce nel Paese insieme ad Apple Daily. L’incidente è l’ultimo di una serie di attacchi alle strutture di Epoch Times e ai suoi reporter a Hong Kong. Il sospetto è che tutti questi attacchi siano stati organizzati dal regime cinese nell’ambito della sua campagna per mettere a tacere il giornale. L’Associazione dei giornalisti di Hong Kong (HKJA), in una dichiarazione sulla sua pagina Facebook, ha condannato la violenza contro Liang e ha “solennemente esortato” la polizia a consegnare rapidamente l’aggressore alla giustizia.
2020: Il 13, 19 e 20 dicembre 2020, Hu Aimin, un uomo di 47 anni, ha aggredito fisicamente tre praticanti del Falun Gong che gestivano legalmente dei banchi di vendita in diverse località di Hong Kong. Ha distrutto i loro banchi, danneggiando anche i loro computer. Il 24 dicembre 2020 è stato arrestato. Durante il processo, avvenuto nel 2022, le manovre legali e di propaganda del PCC hanno cercato di costringere la magistratura a dichiarare che Hu non avesse commesso alcun crimine vandalizzando i banchi. La sentenza riguardo ai fatti di Hu Aimin potrebbe rappresentare una speranza o una rovina per i precedenti legali di Hong Kong, riguardanti i prossimi casi di molestie contro il Falun Gong.
2019: il 24 settembre 2019 Liao Qiulan e altri due praticanti del Falun Gong erano al dipartimento di polizia di Cheung Sha Wan, per discutere della parata del 1° ottobre. Quando hanno lasciato la stazione di polizia, due uomini mascherati vestiti di nero hanno attaccato la signora Liao. Uno l’ha colpita alla testa e l’altro al corpo. La signora Liao ha riportato gravi contusioni e un profondo taglio alla testa. In ospedale, ha avuto bisogno di cinque punti di sutura per chiudere il taglio lungo cinque centimetri. Il 26 gennaio 2022, Ke Yanzhan è stato condannato a due anni e nove mesi per aver agito da vedetta durante l’attacco. Due sospetti, che si ritiene siano gli aggressori che Ke stava aiutando, sono stati accusati ma non sono stati condannati.
2008: A marzo, poco prima dell’arrivo della torcia olimpica, a diversi praticanti del Falun Gong di Taiwan è stato negato l’ingresso, secondo il portavoce dell’Associazione Falun Dafa di Hong Kong, Kan Hung-cheung. Volevano unirsi alla Fiaccolata per i Diritti Umani.
Taiwan e la Cina condividono la stessa lingua, etnia e patrimonio culturale. La differenza è che a Taiwan il Falun Gong è praticato liberamente. A causa di questo contrasto, il regime cinese ha portato avanti una campagna di repressione, intimidazione, molestie e rapimenti per colpire la comunità taiwanese del Falun Gong.
2015: Zhang Xiuye, Gao Shumei e Yu Gangsheng, membri dell’Associazione per il Patriottismo Concentrico pro-PCC, hanno attaccato verbalmente e aggredito fisicamente i praticanti del Falun Gong e gli agenti di polizia taiwanesi. Il 19 gennaio 2015, Zhang ha gridato davanti al famoso grattacielo Taipei 101: “Sono un delinquente mandato dal PCC. E allora?”.
Giugno 2012: Chung Ting-pang, 53 anni, cittadino taiwanese, è stato rapito da agenti di sicurezza cinesi mentre si preparava a salire su un aereo nell’aeroporto di Ganzhou, nel sud della Cina. Era stato in visita a dei parenti per tre giorni. Fonti cinesi indicano che Zhou Yongkang, il più alto funzionario del Partito Comunista che guida la campagna contro il Falun Gong, potrebbe aver ordinato lui stesso l’arresto di Chung. “I suoi parenti lo hanno accompagnato all’aeroporto e lo hanno guardato mentre entrava nell’area riservata ai passeggeri, ma non è arrivato all’aeroporto di Taiwan”, ha detto la moglie di Chung in una conferenza stampa al Parlamento di Taiwan il 22 giugno. “Abbiamo contattato immediatamente i suoi parenti in Cina; sono andati a controllare e ci hanno detto che era stato portato via dall’aeroporto per un’indagine sulle attività del Falun Gong'”.
Questi sono solo alcuni importanti casi di repressione transnazionale e di oppressione portata avanti da Pechino nei confronti dei dissidenti nei Paesi elencati: questi casi non sono del tutto rappresentativi o comprensivi delle innumerevoli aggressioni che si sono verificate e continuano a verificarsi in tutto il mondo.
Il Partito Comunista Cinese utilizza i propri canali diplomatici all’estero per esercitare pressione con lo scopo di limitare o vietare le attività del Falun Gong in altri Paesi. Allo stesso tempo Pechino cerca di giustificare la brutale persecuzione contro i praticanti del Falun Gong in Cina.
Attraverso le ambasciate, i consolati, gli Istituti Confucio e le iniziative del Dipartimento del Lavoro del Fronte Unito, il Partito Comunista Cinese ha tentato di esercitare pressioni diplomatiche e minacce sui rappresentanti americani.
Maggio 2019: Li Qiangmin, il Console Generale della Repubblica Popolare Cinese a Houston, ha inviato una lettera al sindaco della città di Plano, Texas. La lettera, che conteneva propaganda anti-Falun Gong, esponeva le preoccupazioni del console riguardo alla proclamazione del “Falun Dafa Day” che la città di Plano aveva emesso pochi giorni prima. Dopo aver ricevuto questa lettera, un funzionario del Comune di Plano ha detto ai praticanti del Falun Gong locali che non avrebbe emesso alcun proclama relativo al Falun Gong in futuro, e che invece avrebbe emesso solo proclami su questioni locali.
Febbraio 2018: Prima che la Camera dei Rappresentanti dello Stato dell’Arizona votasse la risoluzione HCM2004, che condanna il prelievo forzato di organi in Cina, alcuni praticanti del Falun Gong locali hanno organizzato un evento. Durante l’evento esperti e vittime hanno presentato le prove del prelievo forzato di organi subìto dai praticanti del Falun Gong in Cina. Hanno invitato tutti i membri della Camera. Uno di loro presente all’evento ha detto all’organizzatore che alcuni dei suoi colleghi non avevano partecipato dopo aver ricevuto una telefonata dal consolato cinese di Los Angeles, che li ha pressati a non andare.
Settembre 2017: Il Senato dello Stato della California ha accantonato una risoluzione sul Falun Gong dopo aver ricevuto una lettera di opposizione dal consolato cinese di San Francisco.
Maggio 2016: Il Consolato cinese di Chicago ha fatto pressione sui legislatori dello Stato del Minnesota affinché non approvassero due risoluzioni a sostegno del Falun Gong. Le due risoluzioni sono state approvate nonostante l’opposizione del Consolato cinese.
Marzo 2015: La direttrice dell’associazione Utah Chinese Dual Language Immersion ha inviato una lettera a tutte le scuole dove l’associazione è presente, diffamando il Falun Gong e chiedendo loro di non avere a che fare con Shen Yun. Alla fine della lettera ha lasciato un contatto dell’Istituto Confucio e un rappresentante di Han Ban che le scuole possono contattare.
2015: Lo staff del presidente di una commissione del Senato dello Stato del Missouri ha riferito ai praticanti del Falun Gong del Missouri, in visita al loro ufficio, che il consolato del PCC a Chicago aveva fatto pressioni per bloccarli riguardo al Falun Gong e a Taiwan, le due questioni che il governo cinese ritiene più sensibili. Il Senato dello Stato del Missouri ha infine approvato la risoluzione SCR28 nel 2018 per condannare la persecuzione contro il Falun Gong e il prelievo forzato di organi in Cina. La Camera del Missouri ha approvato una risoluzione simile nel 2017.
2012: Il console generale del consolato della Repubblica Popolare Cinese a San Francisco ha inviato una lettera al consigliere comunale di Seattle Nick Licata diffamando il Falun Gong e Shen Yun, con la speranza che il consigliere non inviasse un proclama o una lettera di congratulazioni a Shen Yun.
Lo staff di un rappresentante dello Stato del Missouri ha ricevuto un’e-mail da una persona che si è spacciata per un praticante del Falun Gong. L’email conteneva ogni genere di cose folli e minacciose.
2008: Per anni diversi funzionari governativi locali in California, ma anche in tutti gli Stati Uniti, hanno ricevuto lettere, telefonate e persino visite personali, da parte di funzionari diplomatici cinesi, che li hanno avvertiti di non sostenere il Falun Gong. Ad esempio emettendo proclami, autorizzandoli a partecipare alle parate e così via, perché ciò potrebbe mettere a rischio le relazioni sino-americane.
2007: Poco prima dello spettacolo di apertura di Holiday Wonders, trasmesso da NTDTV, il deputato di New York Michael Benjamin ha ricevuto una lettera diffamatoria dal Consolato generale cinese di New York. La lettera faceva parte delle solite tattiche del Partito Comunista Cinese (PCC) per diffamare il Falun Gong. Ha fatto pressione sul deputato, parlando di “relazioni cinesi e americane” per costringerlo a non sostenere in alcun modo gli spettacoli Holiday Wonders e Chinese New Year Spectacular. Almeno uno spettacolo di Holiday Wonders raffigura la persecuzione della pratica spirituale del Falun Gong.
2002: Pochi giorni dopo l’insediamento di Condoleezza Rice come consigliere per la sicurezza nazionale, un incontro con le sue controparti cinesi andò rapidamente a rotoli. Aspettandosi di trattare importanti argomenti di sicurezza, la Rice e il suo team furono invece bombardati da un discorso durato 30 minuti, che diffamava il Falun Gong. Il team della Rice ha infine chiesto ai funzionari di andarsene.
Ottobre 1999: Il giorno dopo che il sindaco di San Antonio, in Texas, ha emesso un proclama a favore del Falun Gong, due funzionari del Consolato cinese si sono presentati nel suo ufficio e hanno accusato il sindaco di aver causato problemi, chiedendogli di ritirare il proclama. Hanno anche fatto dichiarazioni diffamatorie sul Falun Gong.
Settembre 1999: L’allora leader del PCC Jiang Zemin ha consegnato personalmente all’allora presidente americano Bill Clinton una pila di opuscoli creati dal dipartimento di propaganda del PCC, che diffamavano il Falun Gong nel tentativo di giustificare la repressione che era appena iniziata.
Su pressione del PCC, le ambasciate danesi presenti in tutto il mondo hanno respinto i visitatori di etnia cinese e taiwanese per tutta la durata della visita di Jiang Zemin in Islanda, dal 12 al 16 giugno 2002. Il Partito Comunista Cinese ha anche fornito agli aeroporti statunitensi, europei e australiani una “lista nera” per bloccare i praticanti del Falun Gong dall’imbarcarsi sui voli diretti in l’Islanda. IcelandAir ha bloccato l’imbarco dei passeggeri che corrispondevano ai nomi della lista nera.
2022 agosto: il 24 agosto, il settimanale Panorama pubblica un articolo che denuncia la barbara pratica del prelievo di organi che avviene in Cina. Il 28 agosto, l’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia ha risposto sul proprio sito web, accusando Panorama di diffamazione e plagio, esprimendo una “severa condanna”.
L’ambasciata ha affermato che la Cina si basa sullo Stato di diritto e che le leggi cinesi vietano la vendita di organi umani e i trapianti illegali, aggiungendo che tutte le operazioni chirurgiche di questo tipo si basano su donazioni volontarie di organi. Secondo l’ambasciata, il prelievo forzato di organi è solo una “diceria” che è stata “fabbricata ad hoc dal culto eretico ‘Falun Gong’ e da altre forze anti-cinesi” con lo scopo di “innescare sentimenti sinofobici e ingannare la comunità internazionale”. L’ambasciata ha aggiunto che “come tutti sanno, il ‘Falun Gong’ è un culto anti-sociale e anti-umano, che ha distrutto innumerevoli famiglie e che molto tempo fa è stato bandito dal governo cinese, in accordo con le sue leggi”. (Fonte)
In Russia le strette relazioni con i leader del Partito Comunista Cinese hanno portato a un forte deterioramento dei diritti dei praticanti russi del Falun Gong. Nel 2008 un tribunale regionale ha dichiarato “letteratura estremista” diversi materiali relativi al Falun Gong; in seguito la Corte Suprema ha respinto un appello del 2012 che chiedeva di rimuovere il libro “ Zhuan Falun” da un elenco di materiali vietati. Oltre allo Zhuan Falun vi erano un importante rapporto di ricerca sul prelievo di organi subito dai praticanti del Falun Gong; e i volantini della “Global Human Rights Torch Relay”, un’iniziativa per protestare contro la repressione in vista delle Olimpiadi di Pechino.
Dopo la decisione della Corte Suprema, quattro praticanti del Falun Gong vennero arrestati a Vladivostok in una tipografia locale mentre ritiravano dei volantini che denunciavano la persecuzione del Falun Gong in Cina. Una copia del libro “Zhuan Falun” e tutti i volantini vennero confiscati: il capo della polizia ha citato la decisione della Corte suprema come motivo principale.
Nuova Zelanda
Il 5 maggio 2015, il ministro degli Esteri Murray McCully ha chiesto ai parlamentari di non partecipare alle celebrazioni per la Giornata mondiale della Falun Dafa (che si tiene il 13 maggio) per compiacere l’ambasciata cinese.
“È probabile che l’Ambasciata cinese controlli i nominativi di chi parteciperà a tali eventi, e che protesterà ufficialmente in caso di presenza di ministri, membri del Parlamento o altri funzionari. Anche i mezzi di comunicazione potrebbero avere da dire sulla presenza dei ministri. Data la sensibilità di questo evento, il consiglio è che i ministri e i parlamentari non partecipino agli eventi relativi alla Giornata Mondiale della Falun Dafa”.
Il Ministro degli Esteri McCully nella sua e-mail trapelata ai parlamentari.
Il direttore esecutivo di Amnesty International, Grant Bayldon, ha accusato l’esecutivo di “auto censurare i propri parlamentari nel tentativo di compiacere la Cina”.
Hong Kong
Dal 2001 al 2007, oltre 400 praticanti del Falun Gong sono stati inseriti nelle cosiddette liste nere. In particolare, prima delle proteste del luglio 2007, le autorità per l’immigrazione di Hong Kong hanno bloccato oltre 140 praticanti taiwanesi del Falun Gong, impedendo loro l’ingresso nella regione. In quel periodo, il Falun Dafa Information Center ha ottenuto una copia di un fax inviato dalle autorità di immigrazione a una compagnia aerea di Hong Kong. Fino al 1° luglio, “i seguaci del Falun Gong saranno considerati viaggiatori non graditi a Hong Kong”, si legge nel fax. Le autorità per l’immigrazione hanno promesso di fornire alla compagnia aerea una lista nera di aderenti al Falun Gong taiwanesi, ai quali sarebbe stato rifiutato l’ingresso all’arrivo a Hong Kong. Le autorità hanno chiesto che a queste persone venga impedito di imbarcarsi sui voli provenienti da Taiwan.
Questi sono solo alcuni dei principali casi di pressione diplomatica esercitata su alcuni governi. I casi di studio qui presentati non sono del tutto rappresentativi o comprensivi delle innumerevoli aggressioni che si sono verificate, e continuano a verificarsi in tutto il mondo.
I primi articoli
Quando il Partito Comunista Cinese (PCC) lanciò la campagna per eliminare il Falun Gong, la notizia fece il giro del mondo. Nel 1999, il Falun Gong è apparso sulla copertina del New York Times in sei diverse occasioni, compreso un importante articolo su una conferenza stampa tenuta in segreto dai praticanti del Falun Gong nella periferia di Pechino.
Nel corso del 2000, il Wall Street Journal pubblicò una serie di inchieste investigative. Venne rivelato come i praticanti del Falun Gong fossero regolarmente imprigionati e torturati, a volte fino alla morte, in tutta la Cina. La serie di articoli fecero vincere un Premio Pulitzer per il giornalismo investigativo al giornale.
Il lavoro del Wall Street Journal è stata tuttavia un’eccezione. La maggior parte dei primi articoli apparsi sui mezzi di comunicazione non trattavano l’argomento in profondità. Forse a causa del fatto che la pratica spirituale non era familiare alla maggior parte dei giornalisti occidentali. Inoltre, molti reportage continuavano a basarsi sulle dichiarazioni dei funzionari del PCC e su altre forme di propaganda prodotte dai media statali cinesi. Di conseguenza, molte inchieste occidentali riportavano, in una certa misura, le menzogne e la disinformazione del PCC sul Falun Gong.
A partire dal 2002, tuttavia, il numero di articoli pubblicati è diminuito sempre più.
Un silenzio assordante
Negli ultimi 20 anni il silenzio sulla persecuzione del Falun Gong in Cina è stato significativo. Se consideriamo le cinque principali testate giornalistiche statunitensi, a parte un articolo del New York Times nel 2008, assieme ad altri relativi alle atrocità del prelievo forzato di organi, negli ultimi 20 anni non c’è stato alcun articolo di rilievo sulla persecuzione del Falun Gong in Cina.
Questo nonostante varie associazioni per i diritti umani e alcuni governi nazionali abbiano pubblicato rapporti annuali, documentando che milioni di praticanti del Falun Gong sono stati detenuti, imprigionati, torturati o uccisi dalle autorità cinesi.
Allo stesso tempo, il Falun Dafa Information Center ha documentato molti casi in cui i mezzi di comunicazione abbiano fatto cadere nell’oblio storie sul Falun Gong, cancellando interviste. Oltre a questo sono stati resi noti incontri tra funzionari del PCC e i principali leader ed editori dei media, che fanno sorgere più di un dubbio. (per saperne di più: Perché non ne ho sentito parlare?).
Un documento del PCC rivela come i mezzi di comunicazione occidentali vengano manipolati
Nel 2017 è trapelato nn documento riservato dell’Ufficio 610. Il documento delineava chiaramente la strategia del PCC nel mobilitare giornalisti stranieri e mezzi di comunicazione internazionali affinché il Falun Gong venisse presentato in modo simile a come Pechino demonizza la pratica spirituale.
“Portando avanti i contatti con le forze non governative, possiamo combattere le religioni eretiche come il Falun Gong, mobilitare persone influenti e a noi vicine, come esperti, ricercatori, giornalisti e leader delle comunità cinesi all’estero. Dovremmo impegnarci affinché i media stranieri assumano un tono più favorevole nei nostri confronti [per quanto riguarda il Falun Gong]”.
Negli ultimi anni, questa direttiva ha avuto un impatto tangibile sugli articoli apparsi sui media occidentali: ripropongono la propaganda del PCC contro il Falun Gong. Le stesse frasi, gli insulti e il linguaggio diffamatorio usati dai media statali cinesi sono presenti in alcuni articoli apparsi in Occidente, i quali come le loro controparti cinesi sotto il controllo dello Stato, prestano poca attenzione alla realtà. Ad esempio, in un articolo pubblicato sul New York Times il 24 ottobre 2020 viene diffusa la falsa affermazione che il credo del Falun Gong “proibisca il matrimonio interrazziale”. Una semplice ricerca tra i praticanti del Falun Gong negli Stati Uniti, così come nel resto del mondo, dimostra che ciò è falso. Al contrario, i matrimoni e le famiglie tra membri di gruppi etnici diversi sono piuttosto comuni.
Questo tipo di disinformazione deriva probabilmente dai siti web del governo cinese in lingua inglese, così come da altre fonti ufficiali, che adattano i vari messaggi anti-Falun Gong, in base all’obiettivo che vogliono raggiungere. Hanno così maggiori possibilità di colpire un nervo scoperto nel Paese di riferimento. Ad esempio: con l’aumento delle tensioni razziali negli Stati Uniti negli ultimi anni, il governo cinese ha messo le accuse di “discriminazione razziale” in cima alla propaganda anti-Falun Gong.
Vale anche la pena notare che molte aziende mediatiche occidentali hanno azionisti di maggioranza o società madri con importanti legami commerciali con la Cina. Questo rappresenta, come minimo, un significativo conflitto di interessi tra i profitti che vogliono raggiungere e il dovere di presentare un’informazione onesta e corretta sulla crisi dei diritti umani subita dai praticanti del Falun Gong.
Gli Istituti Confucio e le associazioni degli studenti cinesi all’estero sono due tra le varie organizzazioni che il Dipartimento del Fronte Unito del Partito Comunista Cinese ha impiegato per influenzare i campus universitari di tutto il mondo. Attraverso queste organizzazioni, il PCC utilizza sia gli studenti che i docenti per intimidire e molestare gli studenti americani che sostengono il Falun Gong, anche se non lo praticano.
Negli Stati Uniti, molte università hanno una associazione del Falun Gong al loro interno: Columbia a New York, la UPenn, Stanford, Harvard, l’Università del Texas, l’Università dell’Arizona. Tutte queste università hanno dovuto fronteggiare attacchi ideologici e intimidazioni.
Un altro bersaglio del PCC è la Shen Yun Performing Arts, compagnia artistica di New York, famosa per i suoi spettacoli nei quali porta in scena danze e musica classica cinese di livello mondiale. La compagnia ha subìto decine di attacchi: il Partito Comunista Cinese e le sue “missioni diplomatiche” hanno tentato di attaccare gli artisti, intimidire i teatri o i politici locali affinché cancellassero lo spettacolo.
Molti degli artisti di Shen Yun hanno vissuto in prima persona la persecuzione religiosa sotto il regime comunista in Cina, prima di potersi trasferire a New York. Ad esempio, il padre di Steven Wang, uno dei ballerini, è stato imprigionato in Cina per aver praticato il Falun Gong e torturato fino alla morte; è morto poco dopo il suo rilascio. La madre di Steven Wang è invece tuttora detenuta per la sua fede in un carcere cinese. (Aggiornamento settembre 2022)
Il complesso di Dragon Springs, sede del campus di formazione di Shen Yun, ha fronteggiato l’ostilità di alcuni residenti locali nello Stato di New York che hanno legami con la Cina. Un personaggio chiave è Alex Scilla, 39 anni, un cittadino americano che gestisce un’organizzazione non profit chiamata NYEnvironcom. Scilla ha vissuto a Tianjin per 15 anni, il suo profilo è pubblicato sul sito web della Camera di commercio americana in Cina (AmCham China). Negli ultimi anni, quasi tutte le attività dell’associazione no-profit di Scilla si sono concentrate sia sul campus di Shen Yun che su altri progetti immobiliari legati alla comunità di espatriati cinesi presenti nella città di Deerpark, a New York. Uno dei documenti sul sito li definisce “satelliti” del campus. Negli ultimi anni sono aumentati anche le azioni di droni di sorveglianza, gli sconfinamenti e altri atti di aggressione.
Oltre ai tentativi di attaccare le scuole, un altro metodo di intimidazione si indirizza verso i teatri e i funzionari pubblici. Teatri di tutto il mondo hanno ricevuto lettere minatorie dalle ambasciate e dai consolati cinesi, che li invitavano a non ospitare Shen Yun, altrimenti si sarebbero inimicati il PCC. Anche funzionari pubblici, come senatori e rappresentanti di Stato, hanno ricevuto lettere simili, che diffamano Shen Yun e li invitano a non assistere agli spettacoli.
Altri attacchi hanno messo fisicamente in pericolo gli artisti di Shen Yun. Nel 2009, un pneumatico è esploso su un pullman di Shen Yun che trasportava decine di ballerini da Phoenix, in Arizona, al loro prossimo spettacolo in California. I meccanici dissero che lo pneumatico esploso presentava segni insoliti. Qualcuno aveva usato un trapano per bucarlo: non abbastanza per sgonfiarlo, ma abbastanza per farlo scoppiare una volta in strada. Alcuni mesi dopo, su un altro pullman della compagnia, sono stati notati due tagli su un pneumatico, chiaramente effettuati con una lama. Nella stessa settimana, un pneumatico di un altro pullman è scoppiato mentre era in viaggio da Memphis a Little Rock. Due giorni dopo l’incidente, lo stesso pullman aveva diversi tagli su uno dei pneumatici. In un altro caso, sono state versate sostanze chimiche corrosive sui cavi del pedale del freno e dell’acceleratore di un pulmino promozionale di Shen Yun. Alla fine la società ha dovuto organizzare una squadra di sicurezza per controllare 24 ore su 24 tutti i suoi veicoli.
Persino dati personali, come informazioni relative alle famiglie degli artisti, sono state sfruttate dal regime. I genitori cinesi di un interprete di Shen Yun ricevevano visite dalle autorità in Cina quasi ogni fine settimana. In un altro caso, il marito di una solista è stato monitorato e imprigionato in Cina. Queste tattiche intimidatorie si sono estese anche agli Stati Uniti: nell’agosto 2013 è stata forzata la casa di Chen Yung-chia che lavora come coreografo e stage manager per Shen Yun. “Gli intrusi sapevano quello che stavano facendo, dato che non hanno lasciato impronte digitali. Direi che avevano un movente [diverso dal semplice furto]”, ha detto Chen. “Sono venuti qui pensando di poter raccogliere informazioni sensibili su Shen Yun”. Gli oggetti di valore, come contanti, gioielli e orologi, non sono stati toccati. Sono stati invece rubati quattro computer portatili e un lettore DVD.
L’8 luglio 2022, a Taiwan, durante l’ultima settimana della tournée mondiale di Shen Yun gruppi di manifestanti pro-Pechino, come il Comitato del PCC di Taiwan, si sono radunati fuori dal teatro National Dr. Sun Yat-sen Memorial Hall a Taipei prima dell’inizio dello spettacolo. Hanno disturbato gli spettatori che entravano a teatro.
Nel giugno 2022, un dipendente di un teatro negli Stati Uniti avrebbe detto al personale della produzione di Shen Yun che ogni volta che la loro tournée inizia, il teatro per il quale lavora riceve lettere dal consolato cinese. È diventata una cosa normale.
I praticanti cinesi del Falun Gong che risiedono all’estero sono presi di mira dall’Ufficio 610. Il PCC e i suoi agenti portano avanti monitoraggi, molestie e persino aggressioni fisiche contro i praticanti del Falun Gong; sia cinesi ma anche cittadini locali non cinesi. Questi casi di repressione transnazionale sono ben documentati dalle organizzazioni per i diritti umani e dai praticanti del Falun Gong negli Stati Uniti, nella Repubblica Ceca, a Taiwan, in Brasile, in Argentina, così come in altri Paesi.
Freedom House
Fin dal 1999, Freedom House è una delle voci internazionali a sostegno dei praticanti del Falun Gong nel portare avanti la propria fede, senza avere il timore di persecuzioni. Nel 2021, Freedom House ha pubblicato un report intitolato “Out of Sight, Not Out of Reach: The Global Scale and Scope on Transnational Repression”. [Non è visibile, ma ha degli effetti : la scala globale e la portata della repressione transnazionale]
Nel capitolo dedicato alla Cina, Freedom House descrive nei dettagli la persecuzione del Falun Gong da parte del PCC, attraverso la repressione transnazionale all’estero.
Freedom House ha scoperto che “il regime cinese porta avanti la campagna di repressione transnazionale più sofisticata al mondo; tra i suoi obiettivi ci sono i praticanti del Falun Gong.
“Le attività anti-Falun Gong sono guidate dall’Ufficio 610, un’agenzia di sicurezza extralegale incaricata di reprimere i gruppi religiosi etichettati come vietati. Anche i funzionari locali di varie regioni sono coinvolti nel monitoraggio degli esuli del Falun Gong. Gli hacker dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) conducono campagne di spionaggio, dall’interno della Cina”.
Queste rappresaglie includono molestie e occasionali aggressioni fisiche durante le proteste all’estero, da parte di membri di delegazioni cinesi, o di delegati pro-Pechino. Alcuni casi si sono verificati fin dal 2014 negli Stati Uniti, nella Repubblica Ceca, a Taiwan, in Brasile e in Argentina. I media e le iniziative culturali associate al Falun Gong hanno denunciato effrazioni sospette, che hanno come obiettivo informazioni sensibili; manomissioni di veicoli; e pressioni da parte delle autorità cinesi affinché le aziende locali interrompano la pubblicità o altri obblighi contrattuali.
Il rapporto di Freedom House ha anche portato alla luce come in Thailandia fossero stati arrestati alcuni praticanti: “tra di loro un taiwanese che aveva preso parte a delle trasmissioni radiofoniche che riportavano notizie non censurate verso la Cina, e diversi casi di rifugiati cinesi, formalmente riconosciuti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)”. Oltre alla Thailandia, arresti del genere sono avvenuti anche in India, Serbia, Malesia, Egitto, Kazakistan, Emirati Arabi Uniti, Turchia e Nepal.
“Nell’ottobre 2017, un praticante del Falun Gong sopravvissuto a un campo di lavoro in Cina, aveva reso pubblici gli abusi portati avanti dal PCC, infilando di nascosto delle lettere nelle decorazione di Halloween quando era detenuto. Ha poi partecipato a un documentario, riuscendo a filmare di nascosto, ma è morto per un’improvvisa insufficienza renale in Indonesia. Alcuni ritengono che sia una morte sospetta, ma non è stata eseguita alcuna autopsia”.
IRSEM
Nell’ottobre 2021, l’Istituto per la ricerca strategica del Ministero francese delle Forze armate (IRSEM) ha pubblicato un rapporto di 646 pagine, intitolato ““Chinese Influence Operations: A Machiavellian Moment.” [Operazioni di influenza cinese: un momento machiavellico]. L’inchiesta descrive dettagliatamente l’infiltrazione e l’influenza del Partito Comunista Cinese in vari settori, dai governi ai mezzi di comunicazione, diplomazia, economia, politica, istruzione, think tank e cultura.
Secondo l’IRSEM, il primo obiettivo del PCC è mettere a tacere le comunità cinesi all’estero, in particolare i dissidenti, i cinesi cresciuti in Paesi democratici e le minoranze religiose ed etniche come il Falun Gong, gli uiguri e i tibetani. Il PCC attua un monitoraggio costante di queste associazioni e individui, indipendentemente dalla loro nazionalità, purché siano discendenti di cinesi. Le tattiche vanno dalla raccolta di informazioni, all’infiltrazione, alla soppressione, alla minaccia, all’intimidazione, alle molestie e persino alla violenza diretta.
Il rapporto evidenzia 79 casi di persecuzione del Falun Gong da parte del PCC al di fuori della Cina. Tra questi come il PCC abbia comprato sia i media in lingua cinese all’estero che le organizzazioni cinesi per diffondere informazioni false che demonizzano il Falun Gong e incitano all’odio. Ad esempio, il PCC minaccia e intimidisce i praticanti del Falun Gong attraverso le Associazioni per gli studenti e i ricercatori cinesi, che spesso hanno legami sia con le ambasciate e i consolati cinesi locali che con singoli studenti cinesi che studiano all’estero e con i troll online.
Bitter Winter
Il 9 luglio 2021, il Dipartimento di Stato americano ha condannato il fatto che la Repubblica Khakassia, parte della Federazione Russa abbia designato il ”Falun Gong come ‘estremista'”. I giudici che hanno emesso tale sentenza “criminalizzano la pratica pacifica per il loro credo spirituale. Le autorità russe perseguitano, multano e imprigionano i praticanti del Falun Gong per semplici atti come la meditazione e il possesso di testi spirituali”. Questo fatto è avvenuto dopo anni che le relazioni tra Mosca e Pechino sono aumentate, soprattutto dopo che entrambi i regimi hanno paradossalmente ottenuto seggi nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, nell’Ottobre 2020.
Il Ministero della Difesa degli Stati Uniti ha affermato che la decisione del tribunale khakasso contro il Falun Gong “è un altro esempio di come le autorità russe etichettino gruppi pacifici come ‘estremisti’, ‘terroristi’ o ‘indesiderabili’ per stigmatizzare i loro sostenitori, giustificare gli abusi contro di loro e limitare le loro pacifiche attività religiose e civili”. Il governo russo ha agito in questo modo nei confronti di altri gruppi i cui membri hanno subito irruzioni nelle proprie residenze, lunghe detenzioni, pene detentive eccessive e molestie, per le loro pacifiche pratiche religiose”.
Il Dipartimento di Stato americano ha osservato come tutto sia un esempio del modo di agire delle autorità russe di usare impropriamente la designazione di “estremista”, per limitare i diritti umani e le libertà fondamentali: “Continuiamo a chiedere alla Russia di rispettare il diritto alla libertà di religione o di credo per tutti, compresi i praticanti del Falun Gong e i membri di altri gruppi religiosi minoritari in Russia che cercano semplicemente di esercitare pacificamente il loro credo”.
Safeguard Defenders
Il 13 settembre 2022, l’ONG Safeguard Defenders ha riferito che la polizia cinese sta attualmente gestendo almeno 54 “centri di polizia all’estero” in Paesi stranieri, alcuni dei quali collaborano con le forze dell’ordine locali per condurre operazioni sul suolo straniero. Il regime cinese sta conducendo queste operazioni di polizia, illegali e transnazionali, nei cinque continenti, prendendo di mira i critici del Partito Comunista Cinese (PCC) all’estero. Queste persone possono essere sottoposte a molestie e minacce, così come le loro famiglie in Cina. Vengono anche usate tecniche di “persuasione” per farli tornare in Cina.