Perché la persecuzione in Cina?

Solo sette anni dopo essere stato introdotto al pubblico in Cina, il Falun Gong passò dall’essere ampiamente popolare in tutto il Paese a diventare il nemico numero uno del Partito Comunista Cinese (PCC).

Nel luglio 1999, una campagna brutale prese di mira i 100 milioni di praticanti del Falun Gong e i loro parenti, amici e colleghi. In una repressione draconiana che non si vedeva dai tempi della Rivoluzione culturale, in tutta la Cina si scatenarono roghi di libri, arresti di massa e incarcerazioni, torture e rieducazioni forzate. Praticamente tutti in Cina furono presi di mira o costretti a esserne complici.

Cosa ha portato alla brutale repressione? 

  • 1. L’enorme popolarità e la rapida crescita del Falun Gong, tanto da superare il numero dei membri del PCC
  • 2. La completa indipendenza del Falun Gong dal controllo del PCC
  • 3. L’incompatibilità dei principi guida del Falun Gong con l’ideologia comunista e atea
  • 4. La gelosia e le motivazioni politiche del leader del Politburo

Il PCC è un regime totalitario.

La ragione principale è che il PCC è un regime totalitario. Anche se cerca di mascherarsi da autoritario. Qual’è la differenza?

Sono entrambe forme di dittatura. Tuttavia il regime autoritario permette ancora l’esistenza di alcune istituzioni al di fuori del suo controllo. Il regime totalitario, invece, vuole controllare tutto: tutta la vita pubblica e privata è sotto il controllo assoluto del governante, o del Partito. Non ammette opinioni o partiti politici concorrenti o opposti. In un regime totalitario, non esistono una stampa o un sistema giudiziario indipendente. È come un sistema leninista o stalinista: possono farti qualsiasi cosa e, se lo decidono, possono farti sparire. Quindi, qualsiasi forza indipendente nella società – sia essa politica, religiosa o di altro tipo – deve essere messa sotto il suo controllo, o diventa un nemico.


1. L’enorme popolarità e rapida crescita del Falun Gong

Solo sette anni dopo la sua introduzione al pubblico, il Falun Gong era diventato la pratica di qigong più popolare nella storia della Cina. Nel 1998, i cinesi che praticavano il Falun Gong erano più numerosi dei membri del Partito comunista.

Il Falun Gong attraeva persone di ogni estrazione sociale, dai contadini ai professori universitari, dalle élite culturali agli ufficiali militari e di polizia. Persino familiari dei membri del Politburo del PCC – il più alto organo di governo del PCC – stavano imparando la pratica.

Pratica di gruppo. A metà degli anni ’90, i luoghi di pratica del Falun Gong del fine settimana con migliaia di partecipanti, come questo a Guangzhou, erano comuni in tutta la Cina.

70-100 milioni – Uno studio del 1998 condotto dalla Commissione statale cinese per lo sport stimò che all’epoca oltre 70 milioni di persone praticavano il Falun Gong in Cina. Nello stesso periodo, la televisione di Stato cinese trasmise un notiziario in cui il conduttore diceva al pubblico che “oltre 100 milioni di persone stavano imparando il Falun Gong”. Ciò significa che, in un Paese di 1,3 miliardi di persone (a quel tempo), 1 persona su 13 praticava il Falun Gong.

Alcuni dirigenti del PCC consideravano questi numeri così grandi e in continua crescita come una minaccia, soprattutto perché queste cifre superavano di  molto i 60 milioni di membri del PCC di allora.

2. Completa indipendenza del Falun Gong dal controllo comunista cinese

Il comunismo, in quanto ideologia totalitaria, controlla tutti gli aspetti della vita delle persone, compreso ciò che possono pensare e credere. In Cina, tutte le chiese, i templi e persino le pratiche per la salute possono operare solo sotto l’approvazione e il controllo del PCC. Così, quando il Falun Gong fu introdotto per la prima volta al pubblico in Cina, fu necessario farlo sotto gli auspici dell’Associazione di Ricerca Scientifica sul Qigong della Cina, gestita dallo Stato.

Il fondatore del Falun Gong, Li Hongzhi, girò la Cina tenendo conferenze per soli due anni, dal 1992 al 1994. In seguito, la pratica continuò a diffondersi rapidamente grazie al passaparola e a una rete informale di volontari locali che insegnavano gli esercizi nei luoghi di pratica pubblici.

Rapida e libera diffusione del Falun Gong in pubblico. Una volontaria insegna i movimenti delle mani della meditazione del Falun Gong ai passanti per strada. Il Falun Gong si è diffuso tra la gente soprattutto con il passaparola e gratuitamente, raggiungendo rapidamente decine di milioni di praticanti in tutta la Cina.

Nel 1996, il Falun Gong si ritirò dall’Associazione di Ricerca Scientifica sul Qigong della Cina, gestita dallo Stato, a causa delle pressioni esercitate per istituire una filiale del Partito Comunista e per far pagare una quota per la pratica.

Il signor Li voleva mantenere la pratica libera da influenze politiche. Voleva anche che rimanesse una pratica personale, che non prevedesse un’iscrizione formale e che fosse sempre condivisa gratuitamente.

Di conseguenza, il Falun Gong diventò il più grande gruppo al di fuori del controllo del Partito Comunista Cinese.

“A metà degli anni Novanta, il partito cercò di porre tutti i gruppi di qigong sotto un controllo più stretto. Nel 1996, l’associazione di qigong gestita dallo Stato, con la quale il Falun Gong era collegato, chiese la creazione di sedi del partito tra gli aderenti della pratica e cercò di trarre profitto dagli insegnamenti del Falun Gong. Li Hongzhi scelse di separarsi dall’associazione, desiderando che il Falun Gong rimanesse una pratica personale senza iscrizione formale e condivisa gratuitamente. Il Falun Gong continuò a diffondersi attraverso una rete di siti di meditazione e coordinatori volontari in tutto il Paese” — Freedom House, “Falun Gong: Libertà religiosa in Cina”

3. I principi guida del Falun Gong sono incompatibili con l’ideologia comunista e atea

Da quando prese il potere nel 1949, il PCC ha imposto con la forza gli ideali comunisti al popolo cinese, soprattutto durante la tumultuosa Grande Rivoluzione Culturale. Questo indottrinamento forzato ha sostituito la cultura cinese, profondamente spirituale, con un’ideologia di ateismo, materialismo e lotta, insegnando alle persone a “trovare la gioia” nel combattere contro il cielo, contro la natura e gli altri uomini.

In netto contrasto, l’insegnamento del Falun Gong ha reintrodotto l’antica saggezza dello sviluppo spirituale, della fede nel divino e dei valori tradizionali, che insieme hanno sostenuto la civiltà cinese per millenni. I principi fondamentali del Falun Gong – Verità, Compassione e Tolleranza – erano l’esatto opposto della cultura comunista, che governa attraverso l’inganno e la lotta.

In breve, i leader del PCC temevano che il forte codice morale del Falun Gong potesse minare le tattiche violente e leniniste del Partito per il controllo della società.

4. Gelosia del leader del Politburo e motivazioni politiche

L’ex leader del PCC Jiang Zemin ha personalmente pianificato, lanciato ed eseguito il controllo della campagna per l’eliminazione del Falun Gong, nonostante l’opposizione di altri alti dirigenti. Lo fece nel disperato tentativo di affermare il proprio potere.

Jiang Zemin diventò leader del PCC nel 1989 soprattutto grazie al suo sostegno al massacro di Tiananmen, ma aveva pochissimo sostegno all’interno del partito. Era impopolare presso il Comitato centrale del PCC e molti consideravano Jiang una figura di transizione che sarebbe stata sostituita dopo pochi anni.

Ex sindaco di Shanghai, Jiang aveva la reputazione di “cercare di apparire utile, ma senza concludere nulla”. Anche tra il pubblico, Jiang divenne bersaglio di scherno per una serie di episodi imbarazzanti di fronte ad altri leader mondiali.

Mentre l’immagine personale di Jiang veniva danneggiata e la sua posizione all’interno del partito rimaneva instabile, il Falun Gong cresceva rapidamente, ottenendo lodi e riconoscimenti in tutta la Cina, anche da molte agenzie governative. Inoltre, il Falun Gong inaugurò una rinascita dei valori tradizionali, valori che il regime comunista aveva cercato di schiacciare per decenni.

Secondo molti funzionari che lo circondavano, Jiang era sempre più disperato.

Per consolidare il suo potere e schiacciare questa rinascita dei valori tradizionali, Jiang ricorse alle tattiche usate da molti leader del PCC del passato. Lanciò una campagna violenta contro un segmento della società cinese per eliminarlo, spaventando allo stesso tempo il resto della società per sottometterla e consolidare così il proprio potere.

“La repressione [contro il Falun Gong] è stata intrapresa per dimostrare e consolidare il potere della leadership cinese… Fonti del Partito Comunista hanno affermato che il comitato permanente del Politburo non ha approvato all’unanimità la repressione e che il presidente Jiang Zemin ha deciso da solo che il Falun Gong dovesse essere eliminato”. — Washington Post, 1999

Secondo il Washington Post, “la repressione [contro il Falun Gong] è stata intrapresa per dimostrare e consolidare il potere della leadership cinese… Fonti del Partito Comunista hanno affermato che il comitato permanente del Politburo non ha approvato all’unanimità la repressione e che il presidente Jiang Zemin ha deciso da solo che il Falun Gong dovesse essere eliminato”. Citando un funzionario del Partito, lo stesso articolo ha osservato che “questo è ovviamente un affare molto personale per Jiang”.

In un articolo del febbraio 2001 Willy Lam, l’allora analista senior della Cina per la CNN, scrisse che “sembrava che Jiang usasse il movimento di massa per promuovere la fedeltà a se stesso”.

A distanza di oltre vent’anni, la persecuzione è ancora in corso.

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