Torture

Le organizzazioni per i diritti umani hanno documentato oltre 100.000 casi di gravi abusi o di torture ai danni dei praticanti del Falun Gong. Si ritiene che questo numero sia solo una piccola parte del totale reale. Degli oltre 4.000 decessi accertati di aderenti al Falun Gong in Cina, la maggior parte è stata causata da torture. Un rapporto del 2006 del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, affermava che due terzi dei casi di tortura riscontrati in Cina riguardavano il Falun Gong.

Per decenni le torture sono state impiegate dalla polizia del Partito Comunista Cinese per estorcere confessioni a individui sospetti o per obiettivi di campagne politiche. Viene ora utilizzata contro i praticanti del Falun Gong per costringerli a rinunciare alla loro fede. Ricorrono a tecniche di torture sia fisiche che mentali.

Tali torture sono visibili in questo breve estratto del Washington Post, che descrive il tipico calvario che innumerevoli praticanti  hanno dovuto affrontare:

La tortura sta piegando il Falun Gong, Washington Post

In una stazione di polizia nella parte occidentale di Pechino, il signor Ouyang venne spogliato e poi interrogato per cinque ore. Ha raccontato che “se rispondevo male, cioè se non dicevo ’sì’, mi colpivano con il manganello elettrico.”

In seguito, venne trasferito in un campo di lavoro nella periferia occidentale di Pechino. Lì le guardie lo obbligarono a stare in piedi di fronte a un muro per lunghe ore. Se si muoveva, lo colpivano. Se cadeva per la fatica, gli davano la scossa.

Ogni mattina aveva cinque minuti per mangiare e andare in bagno. “Se non ci riuscivo, me la facevo nei pantaloni. Venivo colpito anche per questo motivo.”

Al sesto giorno, Ouyang aveva problemi alla vista, non riusciva a vedere chiaramente. Era il risultato di una tortura: veniva obbligato a fissare un gessetto a tre centimetri dal visoe. Le sue ginocchia non lo reggevano più, provocando altre scosse e bastonate. Dovette cedere alle richieste delle guardie.

Nei tre giorni successivi, Ouyang condannò gli insegnamenti [del Falun Gong], gridando contro un muro. Gli agenti continuarono a colpirlo, mentre lui non potè fare a meno di farsi i bisogni addosso. Il decimo giorno, venne considerato “sufficientemente sincero”.

Ouyang venne poi portato davanti ad altri praticanti in prigione, e venne costretto a rifiutare il Falun Gong un’altra volta, mentre una videocamera filmava. Dopo che Ouyang lasciò il carcere venne portato nelle classi di lavaggio del cervello. Venti giorni dopo, duranti i quali doveva attaccare il Falun Gong per 16 ore al giorno, venne considerato “diplomato.”

Gli esperti di diritti umani hanno raccolto oltre 100 metodi di tortura corporale usati contro i praticanti del Falun Gong. Di seguito sono riportati alcuni esempi di tali metodi.

Una volta in prigione,i praticanti del Falun Gong, giovani e anziani, uomini o donne, sono abitualmente sottoposti a varie forme di tortura psicologica e fisica nel tentativo di piegare la loro volontà. —Freedom House, 2017
Share