Sorella di un residente USA costretta a lasciare la sua casa in Cina per quasi un decennio

Chen Jinghui, sorella di un uomo residente a New York, è stata arrestata nel marzo 2024 per la sua fede.

Chen Jinghui, sorella di un uomo residente a New York, è stata arrestata nel marzo 2024 per la sua fede.

Nel marzo 2024, la Sig.ra Chen Jinghui, della provincia di Jilin, è stata arrestata per l’ultima volta a causa della sua fede, come riportato da Minghui. La donna era una dei 251 praticanti, documentati dal sito, in quanto sottoposti a molestie da parte degli ufficiali del PCC nel marzo 2024. Alla famiglia non sono stati forniti dettagli sui responsabili e sulla durata prevista della sua detenzione.

La signora Chen Jinghui ha 55 anni e si è laureata in ragioneria alla Northeast Normal University. Sua sorella, Chen Jingyu, e suo marito sono riusciti a trasferirsi negli Stati Uniti. Tuttavia Chen Jinghui è rimasta, vulnerabile alle minacce del Partito Comunista Cinese (PCC). Sua sorella, a New York, continua a chiedere il suo rilascio e quello di altri praticanti del Falun Gong ingiustamente detenuti in Cina.

La signora Chen Jinghui, sua sorella e il cognato sono tutti praticanti della Falun Dafa. Si tratta di una disciplina spirituale che promuove verità, compassione e tolleranza, che è oggetto di persecuzione da parte del PCC da 25 anni.

I genitori delle sorelle Chen sono anziani, entrambi ottantenni, e la detenzione di Chen Jinghui sta avendo gravi conseguenze sulla loro salute. Anche Chen Jingyu ha subito l’incarcerazione illegale per mano del PCC, ed è, dunque, particolarmente preoccupata per il trattamento che sua sorella sta subendo. La donna afferma che “il danno mentale e fisico causato dalla prigionia è indescrivibile”.

Storia di detenzione illegale

La Sig.ra Chen Jinghui ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 2011. Ha riscontrato notevoli benefici, infatti i suoi fibromi uterini si sono rapidamente dissolti. In precedenza, la donna era nota per la sua testardaggine e il carattere irascibile, ma dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong è diventata più premurosa e calma. I cambiamenti positivi nella sua vita l’hanno ispirata a trasmettere ad altre persone la verità su questa pratica, poiché la propaganda del PCC la dipingeva continuamente come dannosa. Il suo impegno per diffondere la verità ha provocato, tuttavia, le molestie da parte del PCC.

Nel novembre 2015, Chen Jinghui è stata arrestata per la prima volta. È avvenuto dopo essere stata denunciata per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong in un centro commerciale locale. È stata, quindi, trattenuta per 15 giorni nel carcere della città di Changchun, nel villaggio di Weizigou, distretto di Kuancheng.

Successivamente, la signora Chen Jinghui, pur essendo proprietaria di una casa, ha preso in affitto un alloggio in cui risiedere, per evitare le molestie della polizia. Al suo rientro, tuttavia, nel pomeriggio del 28 febbraio 2017, il suo padrone di casa e quattro agenti del PCC la stavano aspettando alla porta. Due di loro erano in borghese, mentre gli altri due indossavano le uniformi della polizia SWAT. Hanno messo a soqquadro l’appartamento in affitto e creato un grande disordine.

Come documentato da Minghui, Chen Jinghui è una dei 341 praticanti molestati dalla polizia nella provincia di Jilin, durante la prima metà del 2017. Il saccheggio delle case è una tattica comunemente usata dalle autorità. È un modo per confiscare materiali sul Falun Gong e testi spirituali da usare contro i praticanti in processi farsa.

Un’ora dopo, altri tre agenti sono tornati nella casa in affitto, questa volta con la coinquilina della donna, una praticante del Falun Gong. Lei non sapeva che la sua compagna di casa era stata arrestata. Uno degli agenti ha detto di essere il capitano Cui Guonian, della Divisione di sicurezza interna del distretto di Kuancheng. I poliziotti hanno quindi condotto la Sig.ra Chen Jinghui alla stazione di polizia, trattenendola fino a mezzanotte.

Il 17 settembre 2021, intorno alle 20, la polizia locale e l’ufficio della comunità hanno interrotto la fornitura di energia elettrica alla sua casa di proprietà. L’inquilino che al momento vi risiedeva è uscito per capire cosa stava succedendo, ma cinque persone sono entrate nell’abitazione. Lo hanno interrogato, nel tentativo di localizzare la Sig.ra Chen Jinghui e hanno anche chiamato il figlio per molestarlo.

Nel marzo 2023, intorno alle 23, gli agenti della stazione di polizia di Guangfu Road hanno bussato alla porta della signora Chen Jinghui, quando in casa c’erano solo i suoi genitori. L’anziana coppia non ha aperto la porta, nonostante la polizia fosse tornata più volte. In seguito, i poliziotti hanno installato delle telecamere di sorveglianza nel corridoio del condominio. Così i genitori della signora Chen Jinghui sono stati costretti a trasferirsi per evitare le molestie.

Eventi recenti

A metà marzo 2024, la Sig.ra Chen Jinghui è stata arrestata e trattenuta presso il Centro di detenzione della città di Changchun. Le autorità si sono rifiutate di fornire informazioni alla famiglia, dicendo al figlio soltanto di attendere un “risultato”. La persona al telefono ha rifiutato di rivelare la propria identità, da quale agenzia di polizia la Sig.ra Chen Jinghui fosse stata arrestata e chi fosse responsabile del suo caso.

Il figlio della signora Chen Jinghui abita fuori città, ma è tornato a Changchun un mese dopo, per informarsi su sua madre. Il centro di detenzione ha affermato che l’arresto è stato effettuato dalla stazione di polizia di Changjiu Road, davanti alla casa dei nonni materni. La polizia ha fatto irruzione nell’abitazione, confiscando computer e cellulare della donna.

La sorella e il cognato della signora Chen Jinghui hanno scoperto del suo arresto soltanto nell’aprile del 2024. Sono molto preoccupati per i maltrattamenti che la loro congiunta potrebbe star subendo, poiché la sorella, Chen Jingyu, conosce bene ciò che, spesso, i praticanti devono affrontare durante la detenzione illegale.

La signora Chen Jingyu e suo marito si stanno impegnando a fondo per sensibilizzare l’opinione pubblica e i funzionari governativi statunitensi coinvolti nelle questioni relative ai diritti umani sul caso della loro parente.

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