Persecuzione del Falun Gong: principali sviluppi del 2023

Dopo quasi 25 anni dall’inizio della persecuzione, i praticanti del Falun Gong continuano ad essere il bersaglio principale delle forze di sicurezza cinesi. Ancor oggi infatti subiscono abusi su larga scala, tra cui detenzioni arbitrarie, imprigionamenti a seguito di processi farsa, torture sistematiche e decessi. 

Ogni anno emergono nuove tendenze. Di seguito sono riportati sei punti chiave per l’anno 2023:

1. Il Partito Comunista Cinese sta raddoppiando gli sforzi nella sua campagna anti-Falun Gong

Sebbene la campagna del regime per eliminare il Falun Gong sia in corso dal 1999, nel 2023 i funzionari dell’apparato di sicurezza e propaganda del PCC hanno reso chiaro che gli attacchi contro la disciplina spirituale sono una priorità.

Da alcuni anni infatti i leader del PCC, sia a livello nazionale che locale, considerano la repressione del Falun Gong come priorità assoluta nel salvaguardare la “sicurezza politica” del regime. I ricercatori del Falun Dafa Information Center hanno scoperto oltre venti riferimenti di questo tipo, provenienti da almeno 12 Province a partire dal 2017, da rapporti di lavoro, discorsi e direttive di alti funzionari giudiziari e di pubblica sicurezza a livello nazionale.

Come evidenziato dai commenti fatti all’inizio del 2023, i riferimenti ufficiali alla lotta contro il Falun Gong sono diventati sempre più pubblici. Tale fattore delinea un cambiamento dopo anni di silenzio da parte dei funzionari della pubblica sicurezza, seppur in quel periodo la persecuzione sia continuata senza sosta in tutta la Cina.

È da notare che questo fenomeno è continuato anche dopo la morte di Jiang Zemin, avvenuta nel novembre 2022. Jiang Zemin era l’allora leader del PCC che nel 1999 aveva lanciato la violenta persecuzione contro il Falun Gong. La retorica che pone il Falun Gong come bersaglio di operazioni di repressione si è intensificata dall’inizio della pandemia del COVID-19, tra cui detenzioni arbitrarie su larga scala, torture e morti per abusi in custodia.

Una massiccia campagna di propaganda è stata lanciata nella primavera del 2023: milioni di cittadini cinesi sono stati costretti a vedere video contro il Falun Gong, oltre che a firmare una petizione in cui viene dichiarato di sostenere la persecuzione. La campagna nazionale — che utilizza l’onnipresente applicazione WeChat — è citata nei siti web governativi di tutto il Paese. Diverse istituzioni statali e del partito sono state utilizzate, tra cui le forze di polizia, gli uffici di pubblica sicurezza, i comitati di quartiere del PCC e i comitati di villaggio. Anche le scuole elementari, medie e superiori sono state un obiettivo chiave dello sforzo: un esempio del tentativo del regime di indottrinare la prossima generazione di cinesi a odiare e temere il Falun Gong.

2. Rispetto al 2022, un numero maggiore di praticanti del Falun Gong è stato arrestato e condannato per aver praticato la propria fede e per aver preso parte ad attività di dissenso.

Nel 2023  la polizia cinese ha arrestato 3.629 praticanti del Falun Gong, sebbene l’entità reale delle detenzioni sia certamente maggiore, data la stretta censura del regime. Questo rappresenta un aumento rispetto al 2022 (alla data di pubblicazione di questo articolo), quando 3.305 persone erano state arrestate.

Ogni anno, centinaia di praticanti vengono portati in giudizio e condannati in seguito a processi farsa. 615 praticanti del Falun Gong sono stati condannati a pene detentive fino a 12 anni, mentre altri 140 sono stati segnalati. Ciò rappresenta un aumento complessivo rispetto al totale delle condanne inflitte ai praticanti del Falun Gong nel 2022. Dato il ritardo nelle segnalazioni, è probabile che l’aumento dei casi sia ancora più elevato: solo 446 delle 659 condanne avvenute nel 2022 erano state segnalate in questo stesso periodo dell’anno scorso.

Questi prigionieri di coscienza si aggiungono alle decine di migliaia di altri praticanti del Falun Gong detenuti nelle stazioni di polizia,nelle strutture di detenzione extralegali e nelle prigioni. Un fattore che potrebbe aver contribuito all’aumento nel 2023 è stata la fine, nel dicembre 2022, della politica zero-COVID del governo cinese e dei relativi lockdown, che hanno ridotto l’attività del sistema giudiziario per quell’anno.

Dall’analisi dei casi emerge che molti praticanti del Falun Gong incarcerati sono stati presi di mira semplicemente per aver praticato la loro fede ed esercitato il loro diritto alla libertà religiosa. Nel corso del 2023, centinaia di praticanti sono stati arrestati o condannati per essersi riuniti a leggere gli insegnamenti della pratica o per aver posseduto libri del Falun Gong. Ad esempio il 4 settembre 2023, la polizia ha condotto un arresto di massa di oltre 50 praticanti nella Provincia di Heilongjiang, dopo che le forze di sicurezza avevano monitorato gli incontri. 

Ma una percentuale ancora maggiore di praticanti del Falun Gong detenuti è stata punita per aver intrapreso varie forme di dissenso e aver esercitato il proprio diritto alla libera espressione. I praticanti in tutta la Cina hanno risposto alla persecuzione, alla censura e alla propaganda del PCC con sforzi civili per educare il popolo cinese sulle violazioni dei diritti umani e, in alcuni casi, con denunce legali verso le torture e altri abusi subiti. Per tale motivo, molti hanno dovuto affrontare nuove detenzioni, condanne e incarcerazioni.

Nel 2023, molte persone sono state condannate per aver condiviso informazioni su argomenti censurati, aver scritto a funzionari esortandoli a non partecipare alla persecuzione del Falun Gong, aver distribuito materiale informativo in aree pubbliche e residenziali, o semplicemente per aver parlato ad altri cittadini cinesi della disciplina spirituale, della persecuzione, della storia del PCC costellata di brutalità o del COVID-19.

3.  La polizia cinese utilizza la sorveglianza come arma per attaccare i praticanti

I sempre più sofisticati strumenti di sorveglianza digitale del regime cinese stanno contribuendo all’individuazione dei praticanti del Falun Gong, e alla loro conseguente detenzione e incarcerazione. In 54 casi documentati, a partire dal novembre 2022, i praticanti del Falun Gong sono stati arrestati dopo che le onnipresenti telecamere di videosorveglianza cinesi li hanno ripresi mentre parlavano della persecuzione con la gente nei parchi o nei mercati, mentre appendevano manifesti negli spazi pubblici o distribuivano volantini nelle aree residenziali. Un’azienda tecnologica cinese ha sviluppato un allarme per la polizia, che mira specificamente ai praticanti del Falun Gong.

Ma anche in assenza di sorveglianza high-tech, il regime ha creato un apparato nazionale di monitoraggio che prende di mira i cittadini cinesi sospettati di praticare o parlare del Falun Gong. Nel 2023, è stato documentato che i praticanti molestati dalla polizia attraverso visite a domicilio, perquisizioni senza mandato, monitoraggio fisico o estorsione finanziaria, sono stati 2.885.

Nel corso dell’anno le molestie si sono intensificate in occasione di date ed eventi politicamente sensibili. A livello nazionale, si tratta delle riunioni annuali dell’organo legislativo cinese, che si tengono a Pechino nel mese di marzo. Per quanto riguarda gli anniversari relativi al Falun Gong sono i medi di aprile, maggio e luglio. Eventi più localizzati, come la visita di maggio del leader del PCC Xi Jinping nella Provincia di Shaanxi, hanno provocato un’intensificazione delle molestie, del monitoraggio e della persecuzione dei residenti locali che praticano il Falun Gong. 

4. Nel 2023, il numero documentato di praticanti del Falun Gong morti a causa della persecuzione ha superato le 5.000 unità, con almeno 114 decessi avvenuti nel corso dell’anno

Una volta detenuti, i praticanti del Falun Gong in Cina subiscono torture gravissime, che talvolta portano alla morte durante la detenzione o poco dopo il rilascio. Nel giugno 2023, il numero totale di credenti del Falun Gong di cui è stata documentata la morte a causa delle persecuzioni ha superato il tragico primato delle 5.000 unità. Minghui.org, al momento in cui scriviamo, ha pubblicato un articolo nel quale indica il totale delle morti documentate, a partire dal luglio 1999, in 5.032 unità. Per via delle difficoltà di ottenere informazioni dettagliate, si ritiene tuttavia che il numero effettivo di persone uccise per aver praticato la disciplina spirituale sia molto più grande, tenendo conto anche delle innumerevoli vittime destinate al prelievo di organi.

Secondo le informazioni trasmesse da fonti interne cinese a Minghui.org, e poi trasmesse all’estero, almeno 114 di questi casi si sono verificati nel 2023. Si prevede che tale numero aumenterà nei prossimi mesi, dato il tipico ritardo nelle segnalazioni creato dalla stretta censura del PCC su tali informazioni. I decessi sono avvenuti in 21 tra Province, municipalità o regioni autonome. Le Province con il maggior numero di decessi sono state Jilin con 14, Liaoning con 12 e Hubei con 12.

Tra i praticanti deceduti nel 2023 a causa della persecuzione del PCC figurano insegnanti, medici e venditori. Dei praticanti deceduti di cui si conosce il sesso, 40 erano uomini e 74 donne. La loro età variava dai 31 ai 93 anni. Il praticante più giovane era il signor Jiang Yong, di 31 anni, che stava scontando una pena detentiva di 8 anni e mezzo nella Provincia di Jilin per “sovversione del potere statale” dopo il suo arresto nel giugno 2021. Il personale della prigione di Gongzhuling della città di Changchun ha torturato il signor Jiang, mentre lui stava facendo uno sciopero della fame, e ha negato le richieste dei familiari di rilasciarlo per motivi di salute. È morto all’ospedale della città di Changchun il 23 gennaio, un incidente che è stato segnalato anche dalla rete per i diritti umani cinese Weiquanwang.

Oltre a questi decessi documentati, permangono gravi preoccupazioni sul fatto che i prigionieri di coscienza del Falun Gong siano presi di mira per il prelievo di organi, ovvero l’uccisione forzata di praticanti per alimentare l’industria cinese dei trapianti. Oltre alle ricerche mediche pubblicate nel 2022, nel 2023 sono continuati ad emergere casi di praticanti arrestati e sottoposti a test ed esami medici involontari e sospetti, un precursore ben documentato del prelievo di organi. I praticanti arrestati hanno riferito di essere stati sottoposti a prelievi di saliva e di sangue, nonché a scansioni dell’iride, elettrocardiogrammi e radiografie. Ad esempio, dopo che la polizia della provincia di Guangdong ha arrestato la signora Yu Mei di 56 anni, il personale medico dell’ospedale distrettuale di Chikan avrebbe raccolto i suoi campioni di sangue e l’avrebbe costretta a sottoporsi a un elettrocardiogramma e a una radiografia. La signora Yu non aveva condizioni mediche preesistenti, il che ha rafforzato il sospetto che gli esami fossero una forma di pre-screening per renderla un potenziale donatore involontario di organi nell’ambito del vasto programma di prelievo di organi del PCC.

5. La repressione del PCC prende di mira anche i praticanti del Falun Gong all’estero, sebbene la risposta dei governi democratici risulti essere più decisiva.

Gli attacchi del PCC contro i praticanti del Falun Gong si estende ben oltre i confini della Cina. Nel 2021 infatti, Freedom House ha rilevato come il regime cinese sia impegnato nella “campagna di repressione transnazionale più sofisticata, e completa al mondo” e come, tra i suoi obiettivi, ci siano i praticanti del Falun Gong. In effetti, sono oltre due decenni che il Partito, e le associazioni che opera per suo conto, hanno portato avanti una campagna di repressione transnazionale contro tale disciplina, ampliando e perfezionando le tattiche, i meccanismi e gli apparati che oggi prendono di mira una gamma di persone molto ampia

Questi attacchi sono continuati anche nel 2023, con tre aspetti principali.

– In primo luogo, individui cinesi sostenuti dal regime o ingannati dalla sua propaganda hanno compiuto attacchi fisici e verbali contro i praticanti del Falun Gong che tenevano proteste pacifiche contro il PCC e la sua campagna persecutoria. 

A Bruxelles, una donna ha abusato verbalmente dei praticanti a tal punto che la polizia ha pensato che fosse mentalmente instabile. A San Francisco nel novembre 2023, durante la visita di Xi Jinping per il vertice della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC), alcuni cinesi che si ritiene siano stati pagati dal regime si sono riversati davanti agli striscioni del Falun Gong con enormi bandiere del PCC. Una persona ha cercato di strappare uno striscione del Falun Gong. Sempre nel 2023, negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e nel Regno Unito, almeno cinque persone sono state accusate di aver aggredito fisicamente i praticanti del Falun Gong che stavano facendo opera di sensibilizzazione sulla persecuzione. Molti dei casi si sono conclusi con le scuse dell’individuo, il pagamento di una multa o altre punizioni da parte delle autorità giudiziarie.

– In secondo luogo, gli account Twitter e i siti web senza scopo di lucro che sono impegnati a documentare e pubblicare informazioni sulla persecuzione del Falun Gong da parte del PCC, hanno subito attacchi coordinati da parte di troll o attacchi informatici, a volte in corrispondenza della pubblicazione di rapporti particolarmente importanti.

– In terzo luogo, il PCC continua a colpire Shen Yun Performing Arts, un’organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti, attraverso un’aggressiva campagna globale per costringere i teatri e le città ad evitare di ospitare i suoi spettacoli. Allo stesso tempo si rivolge al pubblico per mezzo di una campagna di disinformazione a più livelli. Documenti interni del PCC citano tale sforzo come “una parte importante della… lotta contro il Falun Gong”.

In un recente rapporto sull’impegno del regime per fermare Shen Yun, il Falun Dafa Information Center ha analizzato 135 episodi avvenuti in 38 Paesi tra molestie, sabotaggi, disinformazione e attacchi fisici da parte di funzionari cinesi che a partire dal 2007 hanno preso di mira Shen Yun; l’insieme dei dati comprendeva otto incidenti avvenuti nel 2023, in particolare nella Repubblica Dominicana e in Corea del Sud.

Inoltre, nel corso dell’anno, le strutture per gli allenamenti degli artisti di Shen Yun a New York hanno subito atti di vandalismo, frequenti atti di spionaggio tramite droni, sono state intentate cause legali prive di fondamento, e minacce con armi da fuoco.

Le aggressioni contro il Falun Gong accadute all’estero negli ultimi due anni vanno di pari passo con una forte azione intrapresa dai governi democratici per renderle pubbliche e punirle.

Nel corso del 2023, quattro presunti agenti cinesi sono stati arrestati dal governo statunitense per la loro complicità nella campagna di repressione transnazionale del PCC contro il Falun Gong negli Stati Uniti. Nell’incidente più rilevante, avvenuto nel maggio 2023, due uomini sono stati arrestati per aver tentato di corrompere un funzionario del fisco, chiedendo di rimuovere lo status di esenzione fiscale di una ONG legata al Falun Gong negli Stati Uniti, presumibilmente la Shen Yun Performing Arts. I presunto funzionario del fisco era in realtà un agente dell’FBI sotto copertura.

Ma la resistenza alla persecuzione transnazionale del PCC assume spesso forme più semplici. Il rapporto di ricerca pubblicato questo mese ha rilevato che nel caso di 43 incidenti accaduti nel 2007 in 19 Paesi, i direttori dei teatri locali e i funzionari governativi hanno respinto i tentativi dei diplomatici cinesi di diffamare il Falun Gong e di far cancellare gli spettacoli di Shen Yun. Questo nonostante i rappresentanti del PCC abbiano usato intimidazioni, coercizione economica e altre tattiche aggressive.

6. Il dissenso in Cina aumenta, così come le azioni al livello internazionale

Nonostante i massicci investimenti del PCC per reprimere la pratica, il Falun Gong sopravvive — e addirittura prospera — in Cina e nel mondo, portando salute, speranza e serenità a decine di milioni di persone. In Cina, gli avvocati per i diritti umani rappresentano coraggiosamente i clienti del Falun Gong; coloro che lavorano assieme a praticanti del Falun Gong si dimostrano gentili e persino la polizia è comprensiva. In tutto il mondo, cittadini comuni e leader governativi condannano la persecuzione e hanno imposto sanzioni ai funzionari cinesi. Oggi il Falun Gong è praticato in più di 100 Paesi, anche da molti non cinesi in luoghi come Togo, Israele, Francia o India, sebbene la maggior parte dei praticanti sia in Cina.

Milioni di praticanti del Falun Gong in tutta la Cina continuano a stampare e diffondere volantini e striscioni clandestini che espongono la propaganda del PCC e ne denunciano gli abusi; parlano direttamente faccia a faccoa e condividono software per aggirare il cosiddetto “Grande Firewall”, in modo che i cinesi possano accedere a informazioni non censurate sul Falun Gong e su altri argomenti.

I praticanti all’estero telefonano alla polizia, ai procuratori e ai giudici, esortandoli a non partecipare alla persecuzione e informandoli delle sanzioni straniere imposte ai funzionari superiori. Viene quindi introdotto il concetto di Tuidang, o “abbandonare il PCC”, un riferimento alla rinuncia (spesso con uno pseudonimo) alla propria affiliazione al Partito, alla Lega della Gioventù Comunista o ai Giovani Pionieri. Questi sforzi stanno dando risultati. Centinaia di milioni di cinesi hanno pubblicato una dichiarazione Tuidang, prendendo le distanze dal PCC e dalla sua brutalità. I resoconti dalla Cina includono testimonianze di giudici o funzionari che esprimono simpatia per i praticanti, e riluttanza a far loro del male, a volte facendo riferimento a chiamate provenienti dall’estero che hanno cambiato la loro visione della pratica.

I familiari dei praticanti detenuti in Cina sensibilizzano l’opinione pubblica, si battono per il loro rilascio e spesso ottengono il sostegno di rappresentanti eletti e governi stranieri. Nel 2023, tra le altre azioni, i membri del Congresso degli Stati Uniti hanno organizzato un briefing congressuale che ha messo in evidenza la situazione di queste famiglie. Diversi rappresentanti hanno scritto al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti esortandolo a sollevare il caso dei loro elettori con le controparti cinesi. Un ex funzionario italiano ha anche pubblicato un editoriale per sollecitare il rilascio del parente di un residente europeo. Almeno uno di questi casi si è concluso felicemente nel 2023, quando Yolanda Yao si è riunita ai suoi genitori in California. La coppia di anziani era stata imprigionata in Cina dal 2015 al 2020 per aver posseduto materiale e calendari sul Falun Gong e sulla persecuzione. Sono fuggiti dal Paese dopo aver subito forti vessazioni in seguito al loro rilascio. 

In vari Paesi sono state adottate risoluzioni e leggi volte a porre fine alla persecuzione del Falun Gong. A Taiwan, diverse città, tra cui Taipei, Tainan e Kaohsiung, hanno approvato risoluzioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sul prelievo di organi dai prigionieri del Falun Gong, e chiedere misure per disincentivare i pazienti a recarsi in Cina per i trapianti.

Negli Stati Uniti, nel 2023 sono state introdotte due leggi nazionali. La legge bi-partisan Stop Forced Organ Harvesting Bill, introdotta a febbraio, è stata approvata dalla Camera dei Rappresentanti il 27 marzo con un voto di 413 a 2. La proposta di legge analoga del Senato rimane in attesa di approvazione. Il disegno di legge analogo del Senato è ancora in attesa di approvazione da parte della Commissione per le relazioni con l’estero. La legge bipartisan sulla protezione del Falun Gong, reintrodotta a giugno, ha raccolto 17 co-sponsor ed è in attesa di un voto alla Camera. Se adottate, le due proposte di legge imporrebbero sanzioni ai responsabili (individui ed entità) coinvolti nel prelievo forzato di organi dei praticanti del Falun Gong e di altri prigionieri di coscienza.

A livello statale americano, il 1° settembre è entrato in vigore uno sforzo bicamerale e bipartisan approvato dalla legislatura del Texas, che mira a porre fine alla copertura assicurativa sanitaria dei trapianti di organi in Paesi noti per il prelievo forzato di organi, tra cui la Cina. Il disegno di legge afferma infatti che “gli organi [in Cina] potrebbero essere stati prelevati da centinaia di migliaia di persone incarcerate, soprattutto praticanti del Falun Gong”. Il disegno di legge è stato firmato il 18 giugno e segna la prima legislazione negli Stati Uniti che prevede misure di prevenzione della complicità per i pazienti americani.

Guardando al 2024

Il 20 luglio 2024 ricorreranno 25 anni da quando Jiang Zemin e il PCC lanciarono la violenta campagna per eliminare il Falun Gong. All’epoca, Jiang chiese che il Falun Gong fosse sradicato entro tre mesi. Non si sarebbe mai aspettato che il gruppo spirituale sarebbe sopravvissuto di fronte all’assalto del regime e che avrebbe persino vederlo decedere. Chiaramente, si sbagliava.

Quando l’apparato di sicurezza del PCC si avvicina a questo anniversario, deve fare i conti con questo fallimento nell’unico modo che conosce: non solo non ammettendo i propri errori, ma piuttosto intensificando ulteriormente la repressione. Inoltre, mentre cerca di contrastare gli sforzi di educazione pubblica dei praticanti del Falun Gong, il regime si sta concentrando sulla diffusione di falsità e disinformazione sulla pratica e sulle entità di successo fondate dai praticanti, come Shen Yun Performing Arts. Questo avviene sia all’interno che all’esterno della Cina.

Per il 2024, gli osservatori dovrebbero tenere d’occhio le nuove direttive del governo cinese sui siti web ufficiali, che esortano a vigilare e ad aumentare il monitoraggio dei praticanti locali del Falun Gong in vista del 25° anniversario dell’inizio della persecuzione, il 20 luglio 1999, e dell’anniversario di un appello pacifico tenuto dai credenti a Pechino nell’aprile 1999. Mentre gli eventi si susseguono in Cina, i praticanti del Falun Gong possono essere presi di mira per aver condiviso informazioni non censurate, anche su argomenti non correlati alla persecuzione, come è accaduto al culmine della pandemia del COVID-19.

Al di là dei confini della Cina, si deve fare attenzione a nuovi e sofisticati sforzi per diffondere false affermazioni sulle credenze del Falun Gong e sulla comunità dei praticanti, anche attraverso l’uso di immagini generate dall’intelligenza artificiale, falsi account sui social media, inserti a pagamento o notizie fuorvianti nei principali media occidentali.

Una nota più positiva è rappresentata dai funzionari governativi e da altre personalità di spicco in tutto il mondo che continuano a opporsi agli sforzi del regime per mettere a tacere il sostegno al Falun Gong. Con l’avvicinarsi del 25° anniversario della persecuzione, ci si aspetta di vedere ulteriori espressioni di solidarietà con i praticanti perseguitati, azioni penali contro gli agenti del PCC impegnati nella repressione transnazionale e udienze o iniziative legislative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione dei praticanti del Falun Gong o a mitigare le loro sofferenze.

Da questo punto di vista, l’anno 2024 è già iniziato bene. Il 18 gennaio, il Parlamento dell’Unione Europea ha adottato una risoluzione senza precedenti incentrata esclusivamente sul Falun Gong. Ha chiesto la fine della persecuzione, l’imposizione di sanzioni ai funzionari del PCC responsabili delle violazioni dei diritti e il rilascio di Ding Yuande, padre di un residente tedesco.

Che il resto del 2024 porti altre buone notizie.

Share