Ricordi da una prigione femminile di Pechino
Per aver perseverato nella sua fede nel Falun Gong e per aver denunciato i crimini del Partito Comunista Cinese, la signora Xu Na è stata ripetutamente incarcerata e torturata. Suo marito Yu Zhou è morto mentre si trovava in custodia della polizia, dieci giorni dopo essere stato incarcerato nel 2008. In seguito è emerso che era stato torturato a morte.
Xu è un’artista pluripremiata e una scrittrice freelance. Nel 1995 ha iniziato a praticare il Falun Gong con suo marito Yu, musicista di talento e membro della popolare band “Xiao Juan and Residents in the Valley”.
Nel 2001 Xu è stata condannata a 5 anni di carcere, subendo torture nella famigerata “settima sezione” della prigione femminile di Pechino. È stata messa in isolamento, privata del sonno, non le è stato permesso di fare la doccia e le sono state negate le visite dei familiari.
Nel 2008, mentre Xu e suo marito stavano tornando a casa da un concerto, sono stati arrestati dalla polizia di Pechino. Dopo soli dieci giorni di detenzione, Yu è morto. Aveva 42 anni.
La morte di Yu in custodia è stata ampiamente riportata dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani e dai media occidentali, tra cui Amnesty International, New York Times e Associated Press.
Le autorità hanno impedito alla sua famiglia di accedere ai video di sorveglianza della prigione e di vedere il suo corpo. Xu non ha potuto partecipare al suo funerale ed è stata condannata a 3 anni di carcere.
Pubblicazione delle sue memorie
Il 23 maggio 2021, l’edizione cinese di The Epoch Times ha pubblicato le memorie di Xu sulle torture subite nel carcere femminile di Pechino dal 2001 al 2006.
Xu ha scritto:
“Vorrei essere stata imprigionata nel campo di concentramento di Auschwitz, non in una prigione cinese. In una camera a gas nazista si muore rapidamente, ma in quella prigione è peggio essere viva che morta. Si subiscono ripetutamente lunghe sessioni di tortura…”.
Sono state inventate diverse torture, come aprire le gambe del prigioniero a 180 gradi e ordinare a tre prigionieri di sedersi sulle gambe e sulla schiena della vittima, per poi premere su di essa ripetutamente. La polizia è orgogliosa di questa invenzione: “Questo metodo è ottimo perché il dolore è insopportabile, ma non rompe le ossa. [così è più difficile che la gente si accorga che li abbiamo torturati]”.
Lo scopo della persecuzione nazista era uccidere gli ebrei, lo scopo della persecuzione del PCC è distruggere lo spirito e la coscienza del popolo”.
Durante la sua detenzione, Xu ha anche assistito alla morte in carcere di una dottoressa di 29 anni, Dong Cui. Dong veniva spesso picchiata nella cella vicina ed è stata torturata a morte il 18 marzo 2003.
Xu ha visto dalla finestra della sua cella gli agenti di polizia portare via il corpo di Dong alcune ore dopo.
Per aver denunciato la morte di Dong, Xu è stata punita e messa in isolamento.
Molti amici di Xu e di suo marito, che praticavano il Falun Gong, come il signor Peng Min e sua madre Li Yingxiu, il signor Huang Xiong, la signora Shen Jianli e la signora Li Li, sono morti mentre erano in custodia della polizia.
Riflettendo sul suo defunto marito, Xu ha scritto: “non voleva morire, ma era pronto a dimostrare la sua innocenza a costo della vita”.
Arresto del 2020 e processo farsa
Il 19 luglio 2020, Xu è stata arrestata insieme a 10 praticanti del Falun Gong a Pechino solo per aver pubblicato delle foto di Pechino devastata dal coronavirus, che in quel periodo stava raggiungendo il picco.
Agli avvocati che rappresentano i praticanti del Falun Gong sono stati negati diritti tutelati dalla legge cinese, tra cui quello di poter avere delle copie dei documenti del tribunale; richiedere i documenti del tribunale; essere presenti durante i processi.
Il 2 aprile 2021, i praticanti del Falun Gong sono stati incriminati con l’accusa di “aver attaccato l’applicazione della legge tramite un’organizzazione eretica”, un pretesto usato comunemente dai tribunali cinesi per criminalizzare i praticanti del Falun Gong.