Gennaio 2024: Tredici praticanti del Falun Gong deceduti a causa della persecuzione

(Minghui.org) Lo scorso mese di gennaio sono stati riportati 13 casi di praticanti del Falun Gong perseguitati a morte per aver sostenuto la loro fede.

I nuovi casi di morte confermati includono un caso ciascuno nel 2012, 2016 e 2022, nove casi l’anno scorso e un caso quest’anno. A causa della rigida censura sulle informazioni da parte del regime comunista, le persecuzioni non possono sempre essere denunciate in modo tempestivo e il numero reale di morti è probabilmente molto più alto.

I praticanti deceduti (tra cui 10 donne), di età compresa tra i 54 e gli 83 anni, provenivano da nove province e regioni autonome. Liaoning, Shandong, Jilin e Ningxia hanno riportato due casi ciascuna. Gansu, Hebei, Heilongjiang, Hunan e Mongolia Interna hanno registrato un caso ciascuno.

Una praticante è deceduta circa tre giorni dopo essere stata ammessa in prigione, per scontare una pena di 16 mesi. Un’altra è deceduta otto mesi dopo essere stata rilasciata per aver scontato una pena di tre anni.

Tre praticanti sono deceduti dopo una breve detenzione o poco dopo essere stati molestati dalla polizia. Due praticanti, quando sono stati rilasciati anni fa, erano incapaci di intendere e di volere. Recentemente sono deceduti dopo anni di sofferenze. Altri hanno ceduto al tremendo disagio mentale e alla paura per le continue molestie e i ripetuti arresti.

Alcuni praticanti sono stati preceduti dai loro familiari, anch’essi deceduti durante la persecuzione del Falun Gong, tra cui una donna che è morta 11 anni dopo la morte del padre, un’altra il cui marito e nipote sono deceduti più di 10 anni prima della sua morte avvenuta l’anno scorso, di una coppia di anziani morti a sei anni di distanza l’uno dall’altro e un anziano praticante che, anni fa, ha perso moglie e figlio a causa della persecuzione.

Di seguito sono riportati tutti i 13 casi di morte segnalati nel mese di gennaio. L’elenco dei praticanti può essere scaricato qui (PDF).

Morti in custodia

Shandong: Donna di 56 anni muore pochi giorni dopo essere stata trasferita in prigione per la sua fede nel Falun Gong

Il 9 dicembre dell’anno scorso Xu Haihong, residente a Qingdao nella provincia dello Shandong, è deceduta, circa tre giorni dopo essere stata trasferita nel carcere femminile della provincia dello Shandong (situato nella capitale Jinan) per scontare una pena di un anno e quattro mesi. La donna aveva 56 anni.

Nel 2022 Xu è stata arrestata dopo essere stata denunciata per aver parlato alla gente della persecuzione del Falun Gong. Per protestare contro l’arresto arbitrario ha iniziato uno sciopero della fame e, il 15° giorno di detenzione, è stata rilasciata su cauzione in condizioni critiche. La sua famiglia è stata costretta a pagare una multa di 13.000 yuan (circa 1.670 euro) ed è stata avvertita che il suo caso non era chiuso.

Intorno al 10 settembre dell’anno scorso gli agenti hanno bussato alla porta di Xu. Quando si è rifiutata di farli entrare, hanno rotto la serratura e sfondato la porta. L’hanno portata in un centro di detenzione e hanno impedito ai suoi familiari di farle visita.

Né la polizia né il centro di detenzione hanno aggiornato la famiglia Xu sulla sua situazione. Nell’ottobre dello scorso anno hanno scoperto che era stata condannata a un anno e quattro mesi. Non sono mai stati informati sull’incriminazione, sul processo o sulla sentenza.

Intorno al 6 dicembre Xu è stata trasferita nel carcere femminile della provincia dello Shandong. Poiché era estremamente debole, a causa dello sciopero della fame che stava portando avanti da giorni, è stata ricoverata nell’ospedale interno della prigione, dove il 9 dicembre è deceduta.

La famiglia di Xu ha visionato i video di sorveglianza dell’ospedale della prigione e non ha visto alcuna guardia che la stava torturando. Sebbene la prigione sia nota per i maltrattamenti ai praticanti del Falun Gong incarcerati, i familiari di Xu ritengono che le autorità di Qingdao abbiano trasferito il caso alle autorità di Jinan, forse per spostare la responsabilità della sua morte e rendere più difficile per loro arrivare in quella città, distante circa 200 miglia (circa 322 chilometri), per chiedere giustizia.

Morti dopo una breve detenzione o molestie

Notizie tardive: Donna muore 11 anni dopo la morte del padre a causa della persecuzione

Nel 2022, durante una breve detenzione, un’anziana residente della città di Changchun, nella provincia dello Jilin, è stata sottoposta a somministrazione di farmaci sconosciuti e rilasciata in gravi condizioni. Il 28 marzo dell’anno scorso Jiang Bing è deceduta all’età di 60 anni, nove giorni dopo essere stata nuovamente molestata dalla polizia.

Il calvario di Jiang è nato da un arresto avvenuto l’11 novembre 2022, mentre stava distribuendo materiale informativo del Falun Gong. Gli agenti della stazione di polizia di Gongnong l’hanno picchiata e insultata. Dopo averla trattenuta per tutta la notte, il giorno successivo hanno fatto irruzione nella sua abitazione e l’hanno riportata alla stazione di polizia.

Il 13 novembre Jiang è stata portata al secondo centro di detenzione della città di Changchun, ma le è stata negata l’ammissione, a causa delle sue condizioni di salute. Tuttavia, invece di rilasciarla, la polizia l’ha trattenuta in un hotel situato in una località segreta. Il 16 novembre, quando le sue condizioni fisiche sono peggiorate, la donna è stata trasferita all’ospedale della polizia. Con i piedi incatenati al letto, è stata costretta ad assumere farmaci sconosciuti e alla somministrazione di sette flebo, rimanendo seduta anziché sdraiata. In seguito ha avuto nausea, edema sistemico, oltre alla difficoltà a camminare e respirare.

Il 28 novembre 2022 Jiang è stata riportata alla stazione di polizia e, verso sera, è stata rilasciata su cauzione. A quel punto, l’edema sistemico era durato quasi due settimane e non era più in grado di camminare autonomamente.

Il 19 marzo dell’anno scorso gli agenti hanno bussato nuovamente alla sua porta, ma lei non ha aperto. Prima di andarsene, sono rimasti nell’androne del suo appartamento per mezz’ora. Le molestie hanno lasciato Jiang immersa in una profonda angoscia. Le sue condizioni si sono rapidamente deteriorate e, nove giorni dopo, il 28 marzo, è deceduta.

Prima dell’ultima persecuzione, nel giugno 2000, quando si è recata a Pechino per fare appello in favore del Falun Gong, Jiang è stata arrestata e detenuta per 15 giorni. La donna è stata arrestata altre due volte, nel mese di marzo e a luglio 2002. Dopo 17 giorni di detenzione, in seguito all’arresto del luglio 2002, le sono stati imposti due anni di lavori forzati. Durante il mandato nel campo di lavoro è stata torturata e costretta a lavorare senza retribuzione. Nel 2004, quando è stata rilasciata, il marito aveva abbandonato il tetto coniugale, costringendo la figlia a lasciare la scuola e a fare lavori saltuari, per mantenere se stessa e il fratello minore.

Jiang non è l’unica della sua famiglia a essere stata presa di mira per la sua fede nel Falun Gong. Il padre, la madre, le due sorelle minori, il fratello minore e la cognata sono stati ripetutamente arrestati e detenuti. Anche il fratello minore ha scontato quattro periodi in un campo di lavoro. La sorella e la cognata hanno scontato un campo di lavoro ciascuna. Nel 2012, dopo anni di vessazioni, suo padre è deceduto.

Donna dell’Hebei muore pochi giorni dopo essere stata molestata dalla polizia

Verso la fine di novembre dell’anno scorso Ni Wenxiu, residente a Zhangjiakou nella provincia dell’Hebei, è deceduta pochi giorni dopo essere stata molestata dagli agenti della stazione di polizia di Tumu. La donna aveva circa 79 anni. I dettagli sulle molestie non sono chiari.

Negli ultimi due decenni di persecuzione Ni è stata arrestata e detenuta diverse volte. Una volta è stata tenuta per oltre 30 giorni in un centro per il lavaggio del cervello, dove è stata torturata per non aver rinunciato al Falun Gong.

Oltre a Ni, anche il marito, Liu Yushu, e i tre figli sono stati perseguitati per la loro fede condivisa nel Falun Gong.

Liu è stato detenuto per cinque anni, tra il mese di marzo 2004 e marzo 2009, nel Centro per il lavaggio del cervello di Zhangjiakou. A causa del tormento mentale e fisico, gli sono caduti quasi tutti i denti e aveva con una pressione sanguigna pericolosamente elevata.

Alla figlia maggiore, l’ingegnere chimico Liu Zhaoxia, sono stati inflitti due anni di lavori forzati. La donna ha fatto uno sciopero della fame, per protestare contro la persecuzione, ed è stata rilasciata in punto di morte. Suo marito, un ufficiale militare, ha divorziato per evitare di essere coinvolto.

La sorella minore di Liu, Liu Zhaohong, è stata condannata a cinque anni e ha divorziato dal marito.

Il fratello, il medico Liu Zhaohui, nel 2000 è stato arrestato per essersi recato a Pechino per appellarsi in favore del Falun Gong. Una volta è stato colpito con i bastoni elettrici per oltre un’ora. Da quel momento, le autorità lo hanno ripetutamente molestato ed è stato sospeso per quattro mesi dal lavoro. In seguito è stato costretto a vivere lontano da casa per evitare di essere perseguitato, per essere nuovamente arrestato nell’agosto 2002 e condannato a sette anni il 25 agosto 2003.

Shandong: Praticante di 54 anni muore 12 giorni dopo che la polizia ha tentato di arrestarla

Dal mese di ottobre dell’anno scorso Chen Guohua, residente a Dongying nella provincia dello Shandong, ha avuto un rapido declino della sua salute. Non riusciva a mangiare e poteva dormire solo una o due ore a notte con l’aiuto di antidolorifici. Il 29 novembre la polizia ha tentato di arrestarla, ma ha dovuto desistere, dopo che le era stato diagnosticato un cancro al fegato metastatico all’ultimo stadio. Le sue condizioni sono peggiorate drammaticamente e, l’11 dicembre dell’anno scorso, è deceduta all’età di 54 anni.

Chen Guohua

Chen era un’operaia in pensione del giacimento petrolifero di Shengli. Alla fine del 2015 le è stato diagnosticato un cancro al colon e, nel 2016 ha iniziato a praticare il Falun Gong. Ben presto ha recuperato il peso che aveva perso e ha ritrovato un colorito roseo. Ha colto ogni occasione per condividere la sua storia con le persone e ricordare loro che il Falun Gong non è affatto come viene rappresentato nella propaganda d’odio del regime comunista.

Il 23 aprile 2021 Chen è stata arrestata, durante un arresto di massa, dopo essere stata convinta dagli agenti ad aprire la porta, con la scusa di essere dell’ufficio di gestione della proprietà. La donna è stata interrogata per 24 ore consecutive e le è stato ordinato di rivelare l’identità di altri praticanti. A causa della mancanza di prove contro di lei, dopo un giorno di detenzione è stata rilasciata con una cauzione di un anno. I suoi documenti e il suo passaporto sono stati trattenuti dalla polizia, che ha minacciato di incriminarla in qualsiasi momento.

Essendo una praticante del Falun Gong relativamente nuova, Chen ha sentito una forte pressione e non ha osato uscire di casa, per paura di essere nuovamente arrestata. Anche quando usciva, aveva paura di essere pedinata. Nel mese di ottobre dell’anno scorso, improvvisamente, ha iniziato a sentire dolore e malessere fisico. Ciononostante, il 29 novembre, la polizia ha tentato ugualmente di arrestarla, provocandone la morte 12 giorni dopo.

Decessi poco dopo il rilascio dalla prigione

Mongolia Interna: Donna di 76 anni muore otto mesi dopo aver finito di scontare tre anni per la sua fede nel Falun Gong

Il 3 dicembre dell’anno scorso una donna di 76 anni della città di Shaerhure, a Holingol nella Mongolia Interna, è deceduta otto mesi dopo aver scontato una condanna a tre anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong.

Il 7 aprile 2020 Chai Cuirong è stata arrestata per aver distribuito materiale informativo del Falun Gong. È stata trattenuta nel centro di detenzione della bandiera di Hure e, dopo essere stata condannata a tre anni, è stata trasferita nella prigione femminile della città di Hohhot. Le guardie carcerarie l’hanno torturata e sottoposta a un intenso lavaggio del cervello, per costringerla a rinunciare al Falun Gong. La sua salute si è rapidamente deteriorata e ha avuto frequenti emorragie vaginali. Nel mese di aprile dell’anno scorso è stata rilasciata, ma il 3 dicembre dello stesso anno è deceduta.

La morte di Chai ha coronato la sua decennale persecuzione per aver praticato il Falun Gong. Prima della sua ultima condanna, era stata arrestata almeno altre 10 volte e sottoposta due volte ai lavori forzati. Dopo il suo arresto nel 2002, il marito, allora sessantunenne, era così sconvolto che ha avuto un ictus e, poco dopo, è deceduto senza aver potuto rivedere la moglie di 37 anni per l’ultima volta. Il loro nipote, che viveva con loro e praticava il Falun Gong, è stato arrestato due volte ed è rimasto coinvolto ogni volta che Chai veniva arrestata. La scomparsa dello zio lo ha ulteriormente traumatizzato e, nel 2003, è deceduto.

Torturate in custodia, muoiono anni dopo

Liaoning, notizie tardive: Praticante muore a 67 anni dopo essere rimasta costretta a letto per 10 anni dopo una pena detentiva

Il 26 settembre dell’anno scorso Sun Suyun, parrucchiera della città di Haicheng nella provincia del Liaoning, è deceduta dopo essere stata costretta a letto disabile per un decennio.

Sun Suyun

Sun è stata arrestata e successivamente condannata a tre anni. Nel carcere femminile della provincia del Liaoning è stata sottoposta a varie forme di abuso e si è ammalata gravemente, rimanendo disabile. L’11 marzo 2013 è stata rilasciata prima del tempo, ma nei 10 anni successivi è caduta in condizioni critiche diverse volte. Le sono stati diagnosticati infarto cerebrale, ischemia miocardica, diabete, malattie cardiache e insufficienza cardiaca. Sentiva un dolore così forte a un lato del corpo che non osava muoversi.

Il marito di Sun, anch’egli parrucchiere, è rimasto traumatizzato dalla sua prigionia e ha subito anch’egli un peggioramento della salute. Poiché entrambi hanno perso la capacità di lavorare, per tirare avanti hanno fatto affidamento sul magro reddito del figlio. La lotta finanziaria ha ulteriormente aggravato le loro condizioni di salute e, alla fine, Sun ha ceduto alla malattia all’età di 67 anni.

Liaoning: Praticante di 69 anni muore sei anni dopo essere stata rilasciata dalla prigione perchè incapace

Il 28 ottobre 2017 Zhong Weiqin, quando è stata rilasciata, era diventata incapace di intendere e di volere. La residente della città di Benxi, nella provincia del Liaoning, non si è mai ripresa e, il 22 novembre dell’anno scorso, è deceduta all’età di 69 anni.

Il 5 maggio 2014 Zhong è stata arrestata e, il 20 novembre, è stata condannata a tre anni di prigione. Dopo la sentenza, le era stata concessa una cauzione di un anno, a causa dell’ipertensione e di altre patologie. Il 15 novembre 2016, prima che si riprendesse completamente, le autorità l’hanno ammessa nel carcere femminile della provincia del Liaoning.

Assegnata a un reparto per anziani e infermi, è stata costretta a fare lavori forzati senza retribuzione, il che ha ulteriormente peggiorato le sue condizioni di salute. Il 28 ottobre 2017, quando è stata rilasciata in anticipo, non era in grado di camminare autonomamente e sei anni dopo è deceduta.

Morti dopo aver subito molestie, detenzione e disagio mentale a lungo termine

Ningxia Hui, notizie tardive: Due anziani coniugi muoiono a sei anni di distanza l’uno dall’altra, a causa dei disturbi mentali dovuti alla persecuzione della loro fede

Due anziani coniugi della città di Shizuishan, nella regione autonoma di Ningxia Hui, sono deceduti rispettivamente nel 2016 e nel 2022, dopo aver sopportato decenni di disagio mentale a causa degli arresti e delle molestie subite per la loro fede nel Falun Gong.

Dopo che il regime comunista cinese ha iniziato a perseguitare il Falun Gong nel 1999, Cui Yacheng e Hou Xiufang sono stati strettamente monitorati e frequentemente molestati dalla polizia. Nel dicembre 2000 la loro abitazione è stata perquisita e i coniugi sono stati portati alla stazione di polizia per un interrogatorio, seguito da cinque giorni di detenzione. Meno di 20 giorni dopo essere stati rilasciati, sono stati nuovamente arrestati. Tuttavia, vista la forte protesta della famiglia, in prossimità del Capodanno cinese sono stari rilasciati.

Nell’aprile 2001, per evitare di essere perseguitati, i coniugi si sono trasferiti nella loro città natale, Dalian, nella provincia del Liaoning, dove sono rimasti per i successivi otto anni, prima di trasferirsi nella città di Yinchuan, capitale del Ningxia.

La sera del 16 settembre 2014 la polizia ha fatto irruzione nella loro abitazione. Gli agenti hanno filmato ogni stanza e anche Hou, oltre a registrare la sua voce. Poco dopo i coniugi si sono trasferiti nella vicina città di Shizuishan.

Nella seconda metà del 2015 Cui ha presentato una denuncia penale contro Jiang Zemin, l’ex leader del regime comunista che ha ordinato la persecuzione nel 1999. La sua denuncia è stata intercettata dalla polizia della città di Shizuishan e gli agenti hanno chiamato diverse volte suo figlio per intimidirlo. Cui era terrorizzato e temeva che il figlio fosse coinvolto nella persecuzione. Ha sviluppato una malattia e, all’inizio di febbraio 2016, si è spento all’età di 80 anni.

Il 30 novembre 2016 Hou è stata arrestata, dopo essere stata ripresa cinque giorni prima, mentre stava distribuendo informazioni sul Falun Gong in un’area residenziale.

Durante l’interrogatorio alla stazione di polizia, gli agenti l’hanno costretta a firmare il verbale di deposizione e la notifica di detenzione amministrativa di 10 giorni. A causa dell’età avanzata di 77 anni, Hou è stata esentata dall’obbligo di detenzione ed è stata riaccompagnata a casa dalla figlia. Sia la figlia che il figlio sono stati molestati e intimiditi dalla polizia.

Il 24 febbraio 2017 gli agenti hanno fatto di nuovo irruzione nell’appartamento di Hou, che condivide con la figlia. Hanno perquisito la casa e interrogato la donna su dove fosse stata negli ultimi giorni, se si fosse recata a Yinchuan e cosa avesse fatto lì. È stata accusata di aver “causato problemi”, senza specificare nient’altro.

Il 10 maggio 2018 la sua abitazione è stata nuovamente perquisita durante un arresto di massa di praticanti del Falun Gong. Durante la campagna “Nessuno escluso” nella seconda metà del 2020, la polizia e il comitato residenziale l’hanno molestata diverse volte e le hanno ordinato di rinunciare alla sua fede. La donna era profondamente spaventata e la sua salute ha iniziato a peggiorare, si è isolata e non ha avuto molti contatti con le altre persone. Nel mese di ottobre 2022 è deceduta all’età di 83 anni.

Heilongjiang, notizie tardive: Donna di 73 anni muore dopo decenni di persecuzione le molestie per la sua fede nel Falun Gong

Nonostante la diagnosi di cancro all’ultimo stadio, la polizia ha continuato a perseguitare un’ex insegnante della città di Harbin, nella provincia dell’Heilongjiang, minacciando di arrestarla. Le sue condizioni hanno continuato a peggiorare e il 5 novembre dell’anno scorso è deceduta all’età di 73 anni.

La morte di Tuo ha fatto seguito ai suoi ultimi due arresti a distanza di tre mesi l’uno dall’altro. Inizialmente il 19 aprile 2021 era stata arrestata, ma le era stata negata l’ammissione al locale centro di detenzione dopo che, durante l’esame fisico richiesto, le era stato riscontrato un accumulo di liquidi nei polmoni. È stata rilasciata su cauzione, ma il 10 giugno 2021 è stata ripresa in custodia, prima di essere nuovamente rilasciata su cauzione dopo un periodo di detenzione imprecisato.

All’inizio di marzo 2022 la polizia ha convocato Tuo e ha minacciato di incriminarla. Da metà marzo 2022 la donna ha iniziato ad avere dolori sistemici e a sentire costantemente freddo. Le è stato riscontrato un tumore dell’endometrio all’ultimo stadio, ma il medico non ha potuto operarla perché soffriva anche di ipertiroidismo, che causava un disturbo del metabolismo e influenzava la progressione del tumore.

Il 20 aprile 2022, quando è scaduta la sua cauzione, la polizia l’ha messa sotto sorveglianza residenziale e ha minacciato di arrestarla di nuovo. Le è stato ordinato di presentarsi per firmare il documento di sorveglianza residenziale, ma lei era troppo debole per uscire di casa. Ha rifiutato di consegnare alla polizia il suo documento d’identità, poichè le serviva per farsi curare in ospedale.

Nei mesi successivi, le condizioni di Tuo hanno continuato a peggiorare. Ogni giorno aveva febbre e dolori. Portata in ospedale, i medici hanno scoperto che il cancro si era diffuso ad altri organi. Il 5 novembre dell’anno scorso è deceduta.

Prima degli ultimi due episodi, Tuo era stata arrestata altre cinque volte e la sua casa era stata messa a soqquadro diverse volte. Il 19 aprile sua figlia, Niu Xiaona, di 47 anni, è stata arrestata insieme a lei e le è stato ordinato di scontare 15 anni di prigione, compresi i 14 anni precedentemente inflitti nel 2004. Nonostante le fosse stato concesso di scontare la precedente condanna a 14 anni fuori dal carcere a causa della sua disabilità fisica, le autorità hanno sostenuto che non avesse fornito la documentazione ufficiale per dimostrare che aveva scontato la pena e le ha quindi ordinato di scontarla nuovamente.

Hunan: Donna muore dopo due decenni di persecuzione

Lo scorso 28 dicembre Yang Yueping, residente a Hengyang nella provincia dell’Hunan, è deceduta dopo aver sopportato decenni di persecuzioni per la sua fede nel Falun Gong. Aveva circa 60 anni.

Nel gennaio 2000 Yang e sua suocera, Yi Shuqiong, si sono recate a Pechino per chiedere il diritto di praticare il Falun Gong, ma sono state arrestate. In seguito sono state trasferite a Hengyang e detenute per un mese.

Nel maggio 2000 Yang è stata nuovamente arrestata e trattenuta per 15 giorni in un centro per il lavaggio del cervello. Nel giugno 2000 è tornata a Pechino per fare appello in favore del Falun Gong ed è stata arrestata alla stazione ferroviaria. Durante la sua detenzione a Pechino, il governo locale ha minacciato ed estortoail marito 11 rotoli di tessuto dal suo negozio di tende. La suocera, allora sessantenne, è stata spinta a terra. Nel mese di dicembre 2000 Yang è stata rilasciata, dopo che la sua famiglia è stata costretta a pagare 5.000 yuan (circa 650 euro) all’Ufficio 610 del distretto di Nanyue.

Nel 2001 Yue Donghua, direttore dell’Ufficio 610, ha fatto irruzione nell’abitazione e nel negozio di Yang, con la scusa che aveva parlato con la gente del Falun Gong e aveva distribuito materiale informativo. Nel corso di due incursioni della polizia sono stati prelevati dal suo negozio beni per un valore di oltre 50.000 yuan (circa 6.450 euro).

Per guadagnarsi da vivere Yang è stata costretta a chiudere il suo negozio e ha aperto una bancarella per strada. Tuttavia, di tanto in tanto le autorità hanno continuato a molestarla.

Nell’agosto 2003 quando Jiang Zemin, l’ex capo del regime comunista che aveva ordinato la persecuzione del Falun Gong, ha fatto visita al distretto di Nanyue, Yang è stata strettamente monitorata dalle autorità. Non è stato permesso a suo figlio di continuare a studiare nella prima scuola media locale. La donna ha cercato di trasferirlo in una scuola in periferia, ma gli è stata negata l’ammissione, impedendogli di continuare gli studi.

Tra il 2004 e il 2009 Yang è stata arrestata quasi una volta all’anno. Dopo un’altra molestia da parte della polizia nel luglio 2009, è stata costretta a vivere lontano da casa. Non riuscendo a trovarla, la polizia si è rivolta alla suocera e la donna, angosciata, non aveva più il coraggio di restare a casa. Purtroppo, proprio mentre si stava recando a casa della figlia, è stata investita da una moto e, pochi giorni dopo, è deceduta.

Due mesi dopo, nel settembre 2009, è deceduta anche la zia di Yang, Yang Julan. L’anziana donna era stata detenuta diverse volte per la sua fede nel Falun Gong, nel centro di detenzione e nei centri per il lavaggio del cervello. Quando si è recata in ospedale per visitare la zia, Yang è stata fermata dalla polizia e in seguito le è stato imposto un anno di lavori forzati. È stata torturata e costretta a guardare materiale anti-Falun Gong. Ha anche sviluppato il diabete e, quando è stata rilasciata, era emaciata.

La polizia ha continuato a perseguitare Yang anche dopo il suo rilascio. A causa del disagio mentale, la sua salute ha continuato a peggiorare e il 28 dicembre scorso è deceduta.

Gansu: Dopo aver perso moglie e figlio e aver scontato 10 anni di prigione, per aver sensibilizzato l’opinione pubblica sulla persecuzione, un uomo di 71 anni incapace di intendere e di volere muore disperato

Dopo aver perso la moglie e il figlio a causa della persecuzione del Falun Gong, un uomo di 71 anni, della città di Lanzhou nella provincia del Gansu, è stato costretto ad affrontare continue vessazioni ed è stato minacciato di essere incarcerato, anche quando era già diventato incapace. Lo scorso 10 gennaio l’uomo è deceduto.

Su Anzhou (a destra), la moglie e il figlio defunto

La morte di Su Anzhou, ex lavoratore dell’ufficio ferroviario, ha coronato i suoi oltre 20 anni di sofferenze. Alla fine di dicembre del 2000 è stato arrestato, quando si è recato a Pechino con la moglie, Geng Cuifang, per fare appello in favore del Falun Gong. All’uomo è stato imposto un anno di lavori forzati e la moglie, Geng, è stata trattenuta nel centro di detenzione fino all’ottobre 2001.

Intorno alle 6:00 del mattino del 13 giugno 2002, appena uscito di casa, Su è stato arrestato dalla polizia che lo aspettava fuori dall’abitazione. Dopo averlo portato via, gli agenti si sono recati a casa sua, al sesto piano, e hanno bussato alla porta, ma Geng si è rifiutata di aprire. Poiché la polizia non se ne andava, ha cercato di fuggire dalla finestra attraverso una corda, ma si è spezzata ed è caduta a terra. Quando hanno visto che era viva, i vicini hanno cercato di portarla in ospedale, ma la polizia non glielo ha permesso. Al contrario, gli agenti le hanno preso le chiavi e sono entrati in casa sua, hanno requisito i suoi oggetti di valore e se ne sono andati. Ore dopo la donna, lasciata a terra ed esposta al sole cocente, è deceduta in preda a forti dolori. Aveva solo 48 anni.

Tre mesi dopo, il 18 settembre 2002, Su è stato nuovamente arrestato, dopo aver intercettato il segnale della TV locale, per trasmettere informazioni sul Falun Gong. È stato condannato a 10 anni e sottoposto a implacabili torture.

Durante il periodo di detenzione, suo figlio Su Wei, ancora adolescente, ha vissuto da sfollato. Ha contratto una malattia ai polmoni, che in seguito si è trasformata in cancro. Non poteva permettersi le cure mediche e spesso era affamato. Il 4 agosto 2006 è deceduto.

Sebbene Su sia sopravvissuto alle torture subite in prigione, anche dopo essere stato rilasciato il 26 gennaio 2010, ha continuato a subire frequenti molestie. Il 23 agosto 2022 è stato nuovamente arrestato, ma è stato presto rilasciato agli arresti domiciliari, a causa delle sue condizioni di salute estremamente precarie.

Nonostante il fatto che avesse perso la capacità di badare a se stesso, la polizia e il comitato residenziale hanno continuato a molestarlo e a tentare di costringerlo a firmare dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong, minacciando di sospendere il suo sussidio a basso reddito se non avesse rispettato le regole. All’inizio dell’anno scorso, dopo che il picco di COVID-19 è passato, la sorella di Su è venuta da Pechino per prendersi cura di lui. Solo allora le sue condizioni sono un po’ migliorate.

Alla fine di ottobre la polizia ha arrestato nuovamente Su e lo ha portato al centro di detenzione. Poiché era già incapace di intendere e di volere, l’uomo è stato rilasciato agli arresti domiciliari, e gli è stato intimato di non uscire di casa. Dopo aver lottato ancora per qualche mese con la sua salute cagionevole, il 10 gennaio scorso Su è deceduto all’età di 71 anni.

Tratto da un articolo di Minghui.org

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