Nuovo rapporto: Pechino attacca Shen Yun in una campagna globale diffamatoria per impedirne le esibizioni

Gli artisti di Shen Yun e il presentatore locale hanno organizzato una conferenza stampa sui gradini del teatro della Korean Broadcasting Corporation dopo che nel 2016, a causa delle pressioni dell'ambasciata cinese a Seoul, gli spettacoli furono cancellati all'ultimo minuto. (Credit: Shen Yun Performing Arts)

Gli artisti di Shen Yun e il presentatore locale hanno organizzato una conferenza stampa sui gradini del teatro della Korean Broadcasting Corporation dopo che nel 2016, a causa delle pressioni dell'ambasciata cinese a Seoul, gli spettacoli furono cancellati all'ultimo minuto. (Credit: Shen Yun Performing Arts)

NEW YORK – Secondo un rapporto pubblicato dal Falun Dafa Information Center, il Partito Comunista Cinese (PCC) sta prendendo di mira l’organizzazione no-profit Shen Yun Performing Arts con sede negli Stati Uniti, tramite la più aggressiva campagna globale di censura artistica guidata da Pechino che sia mai stata documentata fino ad oggi. Tale sforzo ha una parte centrale all’interno della più ampia repressione transnazionale del regime contro i praticanti del Falun Gong, il loro attivismo pacifico e i loro sostenitori in tutto il mondo.

Il documento analizza più di 130 episodi documentati di molestie, sabotaggi, disinformazione e attacchi fisici da parte di funzionari cinesi o di loro agenti che hanno preso di mira Shen Yun, verificatisi dal 2007 in 38 Paesi, compresi gli Stati Uniti. Documenti interni del partito rivelano che le autorità centrali hanno emanato direttive che considerano la repressione di Shen Yun “una parte importante della… lotta contro il Falun Gong”, mentre i funzionari di sicurezza di grado inferiore ordinano una “repressione mirata” del gruppo.

In effetti, in prima linea nella campagna di sabotaggio di Shen Yun c’è il personale diplomatico cinese che si trova nelle ambasciate e nei consolati della Repubblica popolare cinese in tutto il mondo e che usa la disinformazione, la coercizione economica e altre minacce per fare pressione sui teatri e sui governi locali affinché non permettano che le rappresentazioni di Shen Yun vadano in scena. La portata di questo sforzo diplomatico da solo – evidente in 81 dei 135 episodi di interferenza documentati – dimostra la natura centralizzata e su larga scala della campagna di Pechino.

Il direttore esecutivo del Falun Dafa Infocenter e uno degli autori del rapporto Levi Browde afferma: “Il PCC ha passato quasi 25 anni a cercare di sradicare e demonizzare il Falun Gong e ancora di più a distruggere la cultura tradizionale cinese. Tutti questi sforzi possono essere svelati da uno spettacolo di Shen Yun che mette in mostra l’autentica cultura cinese, l’abilità artistica di livello mondiale di talentuosi praticanti del Falun Gong e le storie sulla brutale persecuzione religiosa del PCC.”

“Il PCC non può sopportare che i suoi crimini vengano denunciati o che le sue menzogne sul Falun Gong vengano smentite, quindi sta reagendo con una campagna senza precedenti fatta di coercizione economica, false e-mail, disinformazione online e persino violenza fisica”, afferma Browde. “Nel frattempo, la crociata del regime per fermare Shen Yun sta anche creando un banco di prova per capire quanto gli Stati Uniti e i loro alleati democratici siano in grado di proteggere la libertà di espressione dalla manipolazione autoritaria del PCC”.

Il rapporto di 17 pagine, intitolato Diplomatic Disruptions and Disinformation: Beijing’s Global Drive to Stop Shen Yun [Disturbi diplomatici e disinformazione: la spinta globale di Pechino per fermare Shen Yun]” si basa sulla documentazione esistente, sulle testimonianze diretta degli artisti di Shen Yun, su documenti del governo cinese, su notizie e sui rapporti del governo statunitense. Offre la prima analisi nel suo genere sulla durata, le dimensioni e le tattiche di questa campagna globale di censura artistica del PCC. Esamina inoltre il suo impatto, valutando le reazioni dei Paesi democratici,  delineando raccomandazioni per ulteriori azioni da parte del governo statunitense.

Il documento delinea l’intero repertorio di tattiche messe in atto dal regime del PCC e dai suoi delegati in decine di Paesi al fine di cercare di indebolire Shen Yun. Tra queste: minacce di ritorsioni economiche rivolte a teatri e politici, il sabotaggio ai veicoli che trasportano gli artisti di Shen Yun, minacce o detenzione di parenti degli artisti residenti in Cina e l’organizzazione di proteste da parte di gruppi della diaspora pro-Pechino al di fuori dei teatri in cui si svolgono gli spettacoli.

La diffusione di disinformazione e propaganda diffamatoria su Shen Yun e sul Falun Gong sono state anche al centro degli sforzi principali delle autorità cinesi per ridurre le opportunità di esibirsi di Shen Yun e per compromettere il sostegno dei direttori dei teatri, dei funzionari locali e dei potenziali spettatori. Oltre alle falsità che i diplomatici cinesi hanno trasmesso direttamente ai teatri e ai leader governativi o indirettamente attraverso i media occidentali, campagne coordinate sui social media e sulle telefonate hanno diffuso falsi allarmi sul fatto che Shen Yun provenisse dalla Cina e trasportasse COVID-19.

Focus principale sugli Stati Uniti

Considerando che  Shen Yun ha sede negli Stati Uniti e si esibisce ogni anno in decine di città americane, il Paese è stato uno dei principali obiettivi degli sforzi del regime. Pertanto, 36 dei 135 incidenti documentati che hanno preso di mira Shen Yun si sono verificati negli Stati Uniti, più che in ogni altro Paese. Oltre alle pressioni esercitate dai diplomatici cinesi sui teatri, gli artisti di Shen Yun negli Stati Uniti sono stati oggetto di attacchi informatici, manomissione di veicoli e furti con scasso. Il centro di formazione di Shen Yun a New York ha dovuto affrontare atti di vandalismo, sorveglianza, cause legali futili e campagne di social media localizzate che diffondono falsità.

In uno dei piani più sfrontati del PCC, nel maggio 2023 il Federal Bureau of Investigation (FBI) ha arrestato due uomini cinesi sorpresi mentre cercavano di corrompere un funzionario federale statunitense nel tentativo di “rovesciare” Shen Yun.

L’impatto di Pechino contrapposto alle resistenze democratiche

In almeno 25 casi noti, le pressioni diplomatiche cinesi o altri incidenti provocati da Pechino sono riusciti a impedire gli spettacoli di Shen Yun – anche provocando cancellazioni dell’ultimo minuto – in Paesi diversi come Grecia, Moldavia, Ecuador e Malesia

Per lungo tempo le interferenze del PCC nei confronti degli spettacoli di Shen Yun si sono focalizzate sulla Corea del Sud come evidenziato dal fatto che è stata la sede di 19 dei 135 incidenti documentati.  Negli ultimi anni, le pressioni del regime sembrano aver acquisito sempre più consistenza: i teatri si rifiutano sempre più spesso di firmare contratti che consentano a Shen Yun di esibirsi, nonostante il tutto esaurito degli anni precedenti.

Anche di fronte a tattiche così aggressive, Shen Yun si è diffuso notevolmente dal 2007 e ha ottenuto un notevole successo. Durante la stagione 2023, Shen Yun si è esibito in più di 150 città nei cinque continenti, ricevendo recensioni entusiastiche da parte di musicisti, artisti, politici, funzionari governativi e membri della diaspora cinese.

Questo successo è dovuto in parte ai molti direttori di teatri, proprietari e funzionari governativi che hanno respinto le minacce dei diplomatici cinesi, affermando il diritto alla libera espressione in una società democratica. Sono stati 43 gli episodi di questa reazione di principio, documentati in 19 Paesi, tra cui Stati Uniti, Danimarca, Repubblica Dominicana, Israele, Messico e Paesi Bassi.

Un rappresentante di un teatro dell’Arkansas che ha ricevuto una lettera di 13 pagine dal consolato cinese ha dichiarato:

“Non importa chi ci fa pressioni o minacce, noi faremo ciò che riteniamo giusto. Sono orgoglioso che Shen Yun si esibisca qui.”

Nonostante queste risposte incoraggianti, è necessaria una soluzione più globale e attiva, non solo per il bene di Shen Yun, ma anche per creare un precedente che indichi che la censura del PCC nei confronti di un’iniziativa artistica della diaspora cinese non sarà tollerata. Il documento offre raccomandazioni dettagliate al governo degli Stati Uniti su come raggiungere questo obiettivo.

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