La signora Stephanie Zhang

La fede ha aiutato una donna a sopportare i suoi momenti più bui

Stephanie Zhang con una foto del padre, vittima della persecuzione del Falun Gong in Cina.

Stephanie Zhang con una foto del padre, vittima della persecuzione del Falun Gong in Cina.

“Portavo il ritratto di mio padre alle veglie a lume di candela che si tenevano ogni anno”, ha detto Stephanie Zhang, guardando la foto del padre con le lacrime agli occhi.

Il defunto signor Zhang Shouren.

Il padre di Stephanie, il signor Zhang Shouren, era supervisore in una fabbrica, prima di andare in pensione. Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, nel 1997, la pressione alta, per lui ereditaria, e i problemi cardiaci erano scomparsi.

Il 20 luglio 1999, dopo che l’allora leader cinese, Jiang Zemin, lanciò una campagna per perseguitare il Falun Gong, l’allora 65enne Zhang e sua moglie si recarono in Piazza Tienanmen, nell’ottobre 2000, per fare appello in favore della pratica. Zhang Shouren fu arrestato e trascorse oltre 3 mesi dormendo sul pavimento, durante il rigido inverno del nord di Pechino.

Nel corso della reclusione, Zhang fu brutalmente picchiato e il suo corpo collassò.

Secondo Minghui.org, dopo che il signor Zhang fu rinchiuso nel centro di detenzione di Wanbolin, nella città di Taiyuan, i poliziotti lo schiaffeggiarono fino a fargli gonfiare il viso. In seguito, lo percossero con manganelli elettrici e mazze di gomma, fino a quando non potevano più continuare a causa della stanchezza. Dopo essere stato brutalizzato per la seconda volta, il signor Zhang era talmente ferito e stordito da non riuscire a reggersi in piedi e parlare. In preda alla nausea, cadde a terra. Per giorni, non fu in grado di camminare.

Alcuni mesi dopo, anche la madre di Stephanie fu arrestata. Sebbene Stephanie avesse ottenuto il rilascio del padre nel gennaio 2001, questi morì nell’agosto 2001, a causa delle ferite riportate. 

Dopo il decesso del padre, l’arresto della madre e le pressioni esercitate dall’università presso la quale insegnava, affinché scrivesse una dichiarazione di rinuncia alla sua fede, Stephanie viveva in condizioni di grande stress.

Nei momenti più difficili, la fede l’ha aiutata a perseverare. “Non si può sopportare una tale avversità. Avevo un solo pensiero: non c’è niente di sbagliato nel credere in Dio e avere una fede spirituale”.

Estratto da Minghui.org

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