Giudice federale respinge una causa infondata contro il Falun Gong e il campus di Shen Yun
Le tattiche legali fanno parte di una più ampia strategia del regime cinese per calunniare e mettere a tacere in territorio statunitense
New York – Si tratta di una decisione che rappresenta un importante baluardo contro una delle principali tattiche di repressione transnazionale del Partito Comunista Cinese (PCC). Un giudice della corte distrettuale di New York ha respinto una causa intentata da un gruppo ambientalista locale collegato alla Cina. La denuncia era stata presentata contro Dragon Springs, un campus fondato da praticanti del Falun Gong. Questo ospita le strutture di formazione di Shen Yun Performing Arts. L’11 settembre, il giudice Kenneth M. Karas ha stabilito che i querelanti non possono più presentare denunce simili con le stesse rivendicazioni, considerato che questo era il loro quarto tentativo. Ha aggiunto che non possono semplicemente “continuare a lanciare [denunce] contro il muro finché non se ne attacca una”.
La causa è il risultato dell’ultima di una serie di denunce presentate dal Mid-New York Environmental and Sustainability Promotion Committee (NYenvironcon). Si tratta di un gruppo apparentemente locale ma il cui fondatore ha legami documentati con la Cina. La causa in questione sosteneva, falsamente, che Dragon Springs aveva scaricato rifiuti nelle acque circostanti la sua proprietà, in violazione dei permessi concessi e del Clean Water Act.
Nella sentenza del tribunale, il giudice respinge la causa dei querelanti. Afferma infatti che la denuncia è caratterizzata da “un alto contenuto di lacune”, tra cui l’incapacità di dichiarare ciò che Dragon Springs “fa di sbagliato”, la modifica ripetuta delle accuse e persino l’impossibilità` di identificare la presunta fonte degli agenti inquinanti. In tutta la sentenza, il giudice Karas usa termini come “vago”, “illogico” e “un ossimoro” per descrivere le affermazioni della denuncia.
Oltre a respingere l’attuale reclamo, il giudice ha stabilito di farlo “con pregiudizio”. Questo significa che il gruppo non può presentare ulteriori denunce per i medesimi presunti scarichi. Infatti è la “seconda azione e il quarto tentativo di presentare una richiesta di risarcimento CWA” senza risolvere le inadeguatezze che i giudici precedenti avevano sottolineato nelle loro notifiche.
“Fin dall’inizio è stato chiaro a ogni ingegnere e avvocato terzo, che esaminava le accuse, che queste erano insensate”, afferma il dott. George Xu, presidente di Dragon Springs. “Ma era anche chiaro che i querelanti non stavano presentando la denuncia per vincere. Stavano cercando di bloccare le nostre risorse e generare cattiva pubblicità. Questa è stata la ragione principale di queste cause legali”.
Tali cause legali non sono apparse in modo isolato. Sono parte di una tattica più ampia e ben nota utilizzata dal PCC e dai suoi delegati per colpire attivisti e dissidenti all’estero.
In un altro esempio di questa tattica non correlata al Falun Gong, un atto di accusa presentato dal Dipartimento di Giustizia nell’ottobre 2022 ha accusato sei persone di aver agito illegalmente nel ruolo di agenti della RPC, in un piano per costringere il ritorno in Cina di un cittadino cinese residente negli Stati Uniti. Tra le tattiche messe in atto c’erano cause civili che l’imputato Quanzhong An ha riconosciuto essere prive di fondamento e presentate su richiesta del governo cinese. Secondo quanto riferito, l’imputato ha fatto sapere alla vittima che il regime “continuerà a tormentarti con delle cause”. Questo perché il suo costo “è davvero una goccia nel mare per un paese che spende 1 miliardo di dollari o 0,8 miliardi di dollari per soddisfare il compito politico assegnato dal governo centrale”. E che ai funzionari del governo della RPC “non interessa davvero se possono avviare il caso in questo luogo, va oltre ciò, il loro intento è quello di rendervi la vita difficile”.
Questo tipo di azioni legali viene utilizzato per prosciugare le risorse finanziarie delle organizzazioni della diaspora e danneggiare la loro reputazione. Utilizzano notizie negative pubblicate sui media locali al momento della causa. Questo è esattamente il modus operandi che la NYenvironcon e la Deerpark Rural Alliance, il cui fondatore è anche parte in causa, hanno utilizzato ripetutamente nelle loro campagne contro Dragon Springs e il Falun Gong.
I legami del querelante con la Cina e il PCC
In apparenza sembrerebbe un gruppo locale interessato all’ambiente. Tuttavia, un esame più attento delle attività e del background dei suoi membri chiave rivela legami con la Cina, sollevando ulteriori sospetti che le loro ripetute denunce “vaghe” e “illogiche” non siano casuali. Ad esempio, Alex Scilla, una delle figure centrali dell’azione legale, ha vissuto a Tianjin in Cina per oltre 15 anni, prima di trasferirsi a New York. Lì ha ricoperto incarichi nella Camera di Commercio americana e ha interagito regolarmente con funzionari del governo cinese locale. Secondo il profilo LinkedIn di Scilla, era direttore generale presso un’azienda cinese di riciclaggio che, nonostante sia descritta come “leader”, non ha praticamente alcuna presenza online.
Soltanto nel novembre 2018 ha iniziato a impegnarsi in attività di advocacy locale, opponendosi alla costruzione del campus di Dragon Springs. Nel gennaio 2019, ha fondato NYenvironcon da un indirizzo a New Paltz, a 40 miglia da Dragon Springs, sebbene il lavoro del gruppo si concentri quasi esclusivamente su Dragon Springs e altre proprietà affiliate al Falun Gong, nella contea di Orange. Un mese dopo che Scilla ha fondato il gruppo, ha anche registrato una società in Cina con un capitale iniziale di 120.000 dollari. Questo, nonostante non vi siano indicazioni che la società abbia condotto attività commerciali di alcun tipo.
Una campagna più ampia per sabotare Shen Yun
Ad aumentare i sospetti sui fattori che hanno spinto NYenvironcon a intentare cause legali infondate, c’è il fatto che il PCC è impegnato in una campagna molto più ampia per sabotare Shen Yun ed eliminare il Falun Gong a livello globale, soprattutto negli Stati Uniti. Ad esempio, quando si parla della “lotta all’estero” contro il Falun Gong, un documento trapelato nel 2017 da un comitato provinciale dell’Henan istruisce specificamente i quadri a prendere di mira il “quartier generale” di Shen Yun, riferendosi a Dragon Springs. Quando si riferisce al Falun Gong, il documento ordina: “Concentratevi strettamente sui pilastri fondamentali all’estero […], sulle basi del quartier generale e sulle figure politiche straniere, organizzate attentamente strategie per colpirle e dividerle”. Precedenti documenti trapelati hanno da tempo dimostrato che il PCC considera il colpire Shen Yun come “una parte importante dell’attuale lotta contro il ‘Falun Gong'”,
In effetti, un rapporto della FDIC pubblicato a gennaio ha documentato 135 incidenti in 38 paesi. Più di recente, promemoria trapelati da riunioni interne dell’apparato di sicurezza cinese e di un think tank statale indicano una rinnovata attenzione e risorse dedicate a danneggiare la reputazione del FG negli Stati Uniti e persino a tentare di mettere il governo americano contro il Falun Gong e Shen Yun.
“Dai documenti interni e dai recenti incidenti, è chiaro che il PCC sta intensificando la sua campagna di repressione e diffamazione transnazionale contro il Falun Gong, come parte di un piano più ampio per ‘eliminare’ il Falun Gong in tutto il mondo”, afferma Levi Browde, direttore esecutivo del Falun Dafa Information Center. “In questo momento critico, è rassicurante che un giudice statunitense sostenga lo stato di diritto e guardi oltre le dubbie e illogiche denunce presentate contro un’entità legata al Falun Gong come Dragon Springs”.