Marzo e aprile 2024: 1.031 praticanti del Falun Gong arrestati o molestati per la loro fede
Nei mesi di marzo e aprile di quest’anno sono stati segnalati 1.031 casi di praticanti del Falun Gong arrestati o molestati per la loro fede. I 537 arresti comprendono 16 casi avvenuti nel mese di gennaio, 38 nel mese di febbraio e 238 a marzo. Oltre a 240 ad aprile e 5 casi di cui non si conosce la data. I primi quattro mesi del 2024 hanno registrato rispettivamente 13, 63, 251 e 167 casi di molestie, per un totale di 494. A causa della rigida censura sulle informazioni in Cina, i casi di persecuzione non possono essere sempre riportati in modo tempestivo. Le informazioni non sono dunque prontamente disponibili.
Riassumendo le informazioni di cui sopra, notiamo che nei mesi di marzo e aprile si sono verificati in totale 896 arresti e casi di molestie. Inoltre, 130 dei nuovi casi di persecuzione segnalati sono avvenuti nei primi due mesi dell’anno (130, di cui 16 arresti a gennaio, 38 arresti a febbraio, 13 casi di molestie a gennaio e 63 casi di molestie a febbraio). Questo nuovo dato ha portato i casi di gennaio e febbraio a un totale di 435.
Il numero di marzo-aprile (896) è più che raddoppiato rispetto a quello di gennaio-febbraio (435). La causa dipende dalle due riunioni politiche annuali del Partito Comunista Cinese (PCC): le “Due Sessioni” nel mese di marzo e il 25° anniversario dell’appello pacifico del 25 aprile. 25 anni fa 10.000 praticanti del Falun Gong che si sono riuniti davanti alla sede del governo centrale. Poiché quest’anno ricorre anche il 25° anniversario della persecuzione, il regime comunista ha lanciato nuove campagne di propaganda per diffamare il Falun Gong.
I 1.031 casi recentemente segnalati hanno avuto luogo in 20 province e 4 municipalità a controllo centrale (Pechino, Chongqing, Shanghai e Tianjin). L’Hebei ha riportato il maggior numero di arresti e casi di molestie (167), seguito dai 146 del Liaoning e dai 144 dello Shandong. Altre 15 regioni hanno registrato un numero di casi a doppia cifra, tra gli 11 e i 91. In sei regioni si sono registrati un numero di casi a una sola cifra, tra 1 e 9.
Tra i 1.031 praticanti del Falun Gong presi di mira, 161 avevano 60 anni o più, di cui 47 sessantenni, 71 settantenni, 41 ottantenni e 2 novantenni. La polizia non solo ha perseguitato senza sosta una donna di 87 anni per aver distribuito materiale del Falun Gong, ma ha anche minacciato di condannarla alla prigione.
Una residente di Shanghai è stata sfrattata dal suo appartamento in affitto a causa della sua fede, e non per il mancato pagamento della rata mensile. Un’altra donna di Shanghai, divorziata dal marito e ripudiata dalla figlia a causa della sua fede, è riuscita a malapena a pagare l’affitto, dopo che le autorità le hanno ridotto la pensione. Anche molti altri praticanti del Falung Gong in diverse parti del Paese si sono trovati di fronte a difficoltà finanziarie, dopo che la loro pensione è stata sospesa o è stata loro rifiutata la richiesta di sussidi per basso reddito.
Tre praticanti, tra cui un ex direttore di servizi ospedalieri e la sorella di un residente negli Stati Uniti, sono stati nuovamente arrestati dopo aver trascorso tra i 13 e i 17 anni e mezzo in prigione per la loro fede nel Falun Gong.
Mentre stavano arrestando i praticanti del Falun Gong, gli agenti li hanno minacciati senza scrupoli, con frasi tipo: “Sono stato inserito da tempo nella lista dei perpetratori e non ho paura di una punizione”, “Ci avete denunciato alla polizia e dobbiamo vendicarci di voi” e “Vi ridurremo alla fame e vi bruceremo”.
Il PCC lancia una nuova tornata di propaganda contro il Falun Gong con l’avvicinarsi del 25° anniversario dell’inizio della persecuzione
Da quando ha lanciato la repressione a livello nazionale del Falun Gong, il 20 luglio 1999, il PCC non ha mai smesso di perseguitare i praticanti. Alla fine di dicembre dell’anno scorso, con l’avvicinarsi del 25° anniversario della persecuzione, il Ministero di pubblica sicurezza ha tenuto una riunione virtuale e ha ordinato un nuovo ciclo di repressione dei vari “culti”.
Sebbene l’ordine non menzionasse esplicitamente il Falun Gong, si è capito che il vero obiettivo erano i praticanti. Nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong o lo etichetta come culto, ma il regime comunista ha usato l’etichetta di culto per giustificare la persecuzione e fuorviare l’opinione pubblica in generale.
I Comitati per gli Affari Politici e Legali (PLAC) e gli Uffici 610 in tutta la Cina, entrambe agenzie extragiudiziarie, hanno ricevuto il potere di scavalcare il sistema giudiziario e l’applicazione della legge. Hanno indotto i governi locali e la polizia a demonizzare il Falun Gong, in questa nuova campagna di propaganda. Le tattiche utilizzate comprendono l’offerta di ricompense a coloro che denunciano i praticanti del Falun Gong, la richiesta di partecipare a raccolte di firme per diffamare la pratica o di scrivere promesse a non impegnarsi in attività di culto. Oltre che la pubblicazione di messaggi anti-Falun Gong su WeChat (una popolare piattaforma di messaggistica istantanea e social media) e l’affissione di propaganda anti-Falun Gong sulle bacheche.
Di seguito sono riportati alcuni esempi.
Città di Xiangtan, provincia dell’Hunan
Lo scorso 28 febbraio il PLAC e il Dipartimento di polizia della città di Xiangtan hanno congiuntamente pubblicato un messaggio su diversi canali WeChat, per invitare l’opinione pubblica a segnalare i praticanti di “culti malvagi”, tra cui il Falun Gong. Ai segnalatori è stata promessa una ricompensa tra 500 e 4.000 yuan (tra circa 65 a circa 520 euro), per ogni praticante segnalato.
Il PLAC e il Dipartimento di polizia della città di Xiangtan hanno anche dato istruzioni a tutti i comitati di strada della città, per rinnovare lo stesso messaggio una volta al mese nei loro canali WeChat. Le tre principali società di telecomunicazioni, tra cui China Mobile, China Unicom e China Telecom, hanno ricevuto l’avviso di inviare regolarmente lo stesso messaggio ai propri utenti.
Città di Chifeng, Mongolia Interna
Lo scorso mese di marzo tre agenzie del distretto di Yuanbaoshan, nella città di Chifeng, tra cui l’Ufficio 610, il Comitato per gli Affari Politici e Legali e il Dipartimento di polizia, hanno pubblicato congiuntamente un avviso in cui si invitavano le persone a denunciare i praticanti del Falun Gong e si promettevano ricompense a chi avesse fatto le soffiate. I comitati di strada del distretto hanno presto seguito l’iniziativa pubblicando l’avviso sui loro canali WeChat o sulle bacheche.
A metà del mese di aprile la China Pingmei Shenma Holding Group Co. Ltd della città di Chifeng ha ordinato a tutti i suoi dipendenti di firmare un’impegnativa per non prendere parte ad attività “feudali”, “superstiziose” o anti-marxiste. I lavoratori hanno dovuto anche dichiarare i loro nomi e cognomi, oltre a fornire i loro documenti d’identità. Chi si rifiutava di firmare veniva minacciato di licenziamento.
Sebbene l’impegno non menzionasse esplicitamente il Falun Gong, era chiaro che le autorità stavano prendendo di mira proprio la pratica spirituale.
Provincia dell’Hebei
Il 15 aprile scorso l’Ufficio di pubblica sicurezza della provincia dell’Hebei ha inviato alcuni agenti in una certa contea. Secondo le loro direttive, il Dipartimento di polizia della contea ha esposto, nel centro della città, una bacheca piena di propaganda per diffamare il Falun Gong. Due volanti della polizia parcheggiate nelle vicinanze hanno monitorato la bacheca e coloro che la leggevano.
Città di Jingzhou e città di Wuhan, provincia dell’Hubei
Un gestore di rete della città di Jingzhou ha recentemente pubblicato su WeChat “Un articolo sul 25° anniversario della repressione del Falun Gong” (Nota: il sistema cinese di gestione sociale a griglia prevede che ogni contea sia divisa in zone più piccole, o griglie, e che i gestori delle griglie siano incaricati di monitorare i cittadini e segnalare regolarmente le attività sospette ai governi locali).
Un altro gestore di rete, nella città di Wuhan, ha pubblicato un messaggio anti-Falun Gong dall’account WeChat dell’associazione anti-culto, invitando i residenti a firmare dichiarazioni anti-Falun Gong.
Città di Jilin, provincia omonima
Lo scorso 17 aprile le autorità della città di Jilin hanno ordinato a tutte le aree residenziali di affiggere un avviso in ogni condominio, per invitare i residenti a denunciare i praticanti di culti malvagi, e prometteva fino a 5.000 yuan (circa 630 euro) di ricompensa. Lo stesso giorno, i comitati di strada in tutta la città sono stati incaricati di lanciare online una raccolta di firme, per chiedere alle persone di firmare dichiarazioni diffamatorie contro il Falun Gong.
La zona ad alta tecnologia della città di Jilin ha recentemente emesso un avviso per la segnalazione di attività di culto illegali e criminali. Una volta ricevuto l’avviso, i gestori di rete lo hanno trasmesso alle aree residenziali, che a loro volta lo hanno diffuso ai residenti, attraverso i loro canali WeChat.
Città di Anshan, provincia del Liaoning
Il distretto di Tiedong, nella città di Anshan, ha recentemente pubblicato un link nei canali dei comitati di strada su WeChat. Il link indirizzava i residenti a una pagina di raccolta firme per diffamare il Falun Gong.
Città di Yantai, provincia dello Shandong
Ogni area residenziale della città di Yantai ha il suo canale WeChat e più del 90% dei residenti si iscrive regolarmente a questi canali. Nelle ultime settimane i canali WeChat dei comitati di strada sono stati riempiti di articoli anti-Falun Gong, ognuno dei quali rimandava ad articoli ancora più diffamatori.
I comitati di strada sono sotto l’amministrazione del Comitato per gli affari politici e legali della città di Yantai.
Contea di Quyang, provincia dell’Hebei
Le stazioni di polizia della contea di Quyang hanno recentemente emesso un avviso che ordina a tutte le scuole di lanciare una campagna di raccolta firme per diffamare il Falun Gong. La scuola elementare Xinzhuang, la scuola centrale, la scuola elementare Jiahe, la scuola materna Chengdongwang e la scuola elementare Chengdongwang, sono alcuni degli istituti scolastici che hanno approvato la campagna.
Provincia dell’Heilongjiang
Alcuni amministratori di edifici in varie aree residenziali della provincia dell’Heilongjiang hanno recentemente pubblicato messaggi o articoli anti-Falun Gong sui loro canali WeChat.
Molestie in occasione delle date sensibili
Molestie durante le “Due sessioni”
Lo scorso mese di marzo i praticanti del Falun Gong in tutta la Cina sono stati molestati durante le “Due sessioni”, le riunioni annuali del Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (CPPCC) e del Congresso nazionale del popolo (NPC). Quest’anno il CPPCC è iniziato il 4 marzo, l’NPC un giorno dopo ed entrambi si sono conclusi l’11 marzo. Il regime comunista è noto per intensificare la persecuzione dei praticanti del Falun Gong, in occasione di date sensibili come le “Due sessioni”.
Il 5 marzo scorso Sun Guilan, della contea di Chicheng nella provincia dell’Hebei, è stata molestata nella propria abitazione. Un agente di polizia ha ispezionato un calendario da tavolo con informazioni del Falun Gong e Sun gli ha chiesto di rimetterlo sulla scrivania, a meno che non lo volesse in regalo. Lui l’ha rimesso a posto. Un altro agente le ha ordinato di strappare una decorazione murale che conteneva informazioni sul Falun Gong, ma lei si è rifiutata di obbedire.
Gli agenti le hanno ordinato di andare con loro o di firmare una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. La donna si è nuovamente rifiutata e ha dichiarato di non aver infranto alcuna legge praticando il Falun Gong, esortando gli ospiti non invitati a smettere di perseguitare i praticanti. Il figlio li ha biasimati per aver molestato l’anziana madre, e i funzionari se ne sono andati subito.
La mattina dell’8 marzo due ufficiali hanno molestato nuovamente Sun, minacciando di infliggerle 10 giorni di detenzione, se si fosse rifiutata di firmare una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. La donna si è comunque rifiutata di firmare.
Anche molti altri praticanti hanno affrontato persecuzioni simili. Di seguito riportiamo alcuni casi.
Il 27 febbraio scorso You Yuxuan, residente a Qingdao nella provincia dello Shandong, ha acquistato un biglietto ferroviario per recarsi a Pechino il 2 marzo, per sottoporsi a un intervento dentistico. La polizia ha scoperto il suo acquisto, grazie alla sorveglianza dei big data, e le ha ordinato di restituire il biglietto. La donna si è rifiutata e, il 1° marzo, il giorno prima del previsto viaggio, è stata arrestata.
La Divisione di sicurezza interna della contea di Nong’an, nella provincia dello Jilin, e le sue stazioni di polizia subordinate hanno arrestato almeno quattro praticanti durante le “Due sessioni”. Un giorno il marito di Yuan Jinglian è tornato a casa e ha trovato l’appartamento in disordine. La sera stessa il centro di detenzione locale lo ha contattato per dirgli che sua moglie era stata arrestata. Lo scorso 6 marzo un altro praticante, di nome Feng, è stato arrestato mentre stava camminando per strada ed è stato trattenuto per quattro giorni.
Alle 18:30 del 6 marzo scorso Luo Jiabin, residente a Huaihua nella provincia dell’Hunan, era appena tornato dal lavoro, quando ha visto diversi agenti appostati davanti alla sua porta. Hanno detto che i superiori avevano ordinato loro di fotografarlo a casa, per dimostrare che non si era recato a Pechino per fare appello al diritto di praticare il Falun Gong. L’uomo ha detto agli agenti di smettere di perseguitare i praticanti del Falun Gong e loro se ne sono andati.
Lo scorso 11 marzo Ren Zhanhui, residente a Shijiazhuang nella provincia dell’Hebei, stava parlando alla gente del Falun Gong, quando un passante l’ha fermata e l’ha denunciata alla polizia. Le autorità hanno affermato che il suo caso era particolarmente “grave”, perché aveva osato promuovere il Falun Gong nell’ultimo giorno delle “Due Sessioni”. Alla donna sono stati inflitti 14 giorni di detenzione amministrativa.
Molestie prima dell’anniversario dell‘appello storico
Prima dell’anniversario dell‘appello storico del 25 aprile, la polizia e i membri del comitato residenziale di Pechino hanno molestato molti praticanti del Falun Gong locali, a volte entrando nelle loro abitazioni minacciandoli e fotografandoli. Una praticante ha notato che due agenti sono rimasti fuori dal suo appartamento, per controllarlo costantemente.
Tra i praticanti molestati ci sono: Hu Xingxi, di 82 anni, Guo Meiying, di 84 anni, Xing Guiling, di 80 anni, Qu Qizhen, di 60 anni, Wang Cuijuan, di 60 anni, e Hao Ruihua, di 50 anni.
Brutalità della polizia e minacce senza scrupoli
Shandong: Praticante detenuta 38 giorni per la sua fede nel Falun Gong
Lo scorso 31 gennaio, non appena è uscita di casa Hei Yan, una donna di 54 anni residente a Qingdao nella provincia dello Shandong, è stata fermata da tre agenti in borghese e fatta salire a forza sulla loro auto. Dopo essere arrivati alla Stazione di polizia di via Xinglong, Hei è stata immobilizzata su una sedia di ferro e le sono state confiscate le chiavi di casa. Alle 20:00 è arrivato l’agente Wang Jingguo, che sembrava un capo, perché un agente gli ha chiesto quale “crimine” scrivere sul caso contro Hei. Lui ha risposto: “Qualsiasi cosa va bene!”.
In seguito la donna è stata portata al centro di detenzione di Pudong. Nel corso dell’esame fisico richiesto, gli agenti l’hanno trascinata da una stanza all’altra. Quando è arrivato il momento del prelievo di sangue, la polizia l’ha immobilizzata, con un agente seduto sul suo petto e un altro che le calpestava il viso, che di conseguenza si è gonfiato molto.
La clinica interna al centro di detenzione ha chiuso per tutto il giorno, prima che venisse effettuato l’esame fisico di Hei. L’agente Wang l’ha trascinata fuori e l’ha presa a calci, poi ha chiamato un supervisore, che ha dato l’ordine di riportarla alla stazione di polizia.
Due ore dopo l’arresto di Hei, quattro agenti della stazione di polizia, di cui solo uno in uniforme, hanno fatto irruzione a mezzogiorno nella casa del padre. Hanno mostrato un foglio di carta descrivendolo come mandato di perquisizione, ma il padre di Hei ha notato che si trattava di un documento bianco con solo un sigillo ufficiale. La polizia ha confiscato i libri del Falun Gong che la donna aveva conservato in casa del padre.
Il 1° febbraio scorso cinque agenti hanno portato Hei al centro di detenzione e l’hanno spogliata degli indumenti intimi per un esame fisico. L’8 marzo, dopo 38 giorni di detenzione, la donna è stata rilasciata.
“Sono stato a lungo inserito nella lista dei perpetratori e non temo ritorsioni”
Ma Yuefen, della città di Jinchang nella provincia del Gansu, è stata molestata da Qi Shicheng e da altri agenti della stazione di polizia di via Kuangshan. La donna ha detto loro che la persecuzione del Falun Gong non ha alcuna base legale e che un giorno saranno ritenuti responsabili per avervi partecipato. Qi le ha risposto: “Sono Qi Shicheng, a lungo inserito nella lista dei perpetratori e non ho paura della punizione”. Ma è stata arrestata e trattenuta per sette giorni.
“Avete denunciato la polizia e dobbiamo vendicarci di voi”
Lo scorso 26 aprile Liu Linfeng, residente a Weihai nella provincia dello Shandong, è stato arrestato nel suo appartamento da quattro agenti di polizia. Un agente di nome Bi gli ha detto: “Hai denunciato la polizia e dobbiamo vendicarci di te”. Bi si riferiva alla denuncia che Liu aveva presentato contro di loro, per aver fatto irruzione in casa sua 10 giorni prima, il 16 aprile.
L’uomo è stato portato alla stazione di polizia per essere interrogato e ha chiesto di vedere il documento dell’agente Bi, che glielo ha mostrato, ma lo ha rimesso a posto velocemente senza permettergli di leggere cosa c’era scritto. La polizia ha ingannato anche il fratello di Liu, per fargli firmare il documento di rilascio su cauzione. Nel pomeriggio l’uomo è stato rilasciato.
“Ti ridurremo alla fame e ti bruceremo”
Lo scorso 25 aprile un gruppo di persone ha bussato alla porta di Xie Qimin, residente a Langfang nella provincia dell’Hebei. Dichiarando di essere dell’ufficio di gestione della proprietà, hanno invitato Xie a pulire l’area esterna al suo appartamento. Poiché l’uomo si è rifiutato di aprire, gli agenti hanno ammesso di essere in realtà degli agenti di polizia. Quando Xie si è nuovamente rifiutato di farli entrare, hanno tolto la corrente e lo hanno minacciato: “Puoi andare avanti e rimanere lì. Se osi uscire, ti arresteremo. Ti ridurremo alla fame e ti bruceremo!”.
Mezzi di sussistenza in pericolo
Dal mese di dicembre 2022 Xu Nixia, pensionata di 67 anni residente a Shanghai, si è vista detrarre dal governo più della metà della sua pensione mensile, per la sua fede nel Falun Gong. La pensione di 1.510 yuan (circa 190 euro) che le viene erogata ogni mese, non le basta nemmeno a coprire le spese dell’affitto.
La persecuzione finanziaria di Xu è avvenuta un mese dopo il completamento del suo secondo periodo di detenzione, nel novembre 2022, per aver praticato il Falun Gong. L’Ufficio della previdenza sociale le ha ridotto la pensione, dopo che si è rifiutata di restituire gli oltre 190.000 yuan (circa 24.600 euro) di benefici pensionistici che le erano stati concessi durante i sette anni in cui era detenuta.
Il marito di Xu, temendo di essere coinvolto, 10 anni fa ha divorziato, e anche la figlia l’ha ripudiata. Xu è stata cacciata dalla casa di famiglia e si è trasferita dai genitori. Gli anziani coniugi sono deceduti uno dopo l’altro, rispettivamente nel mese di gennaio dell’anno scorso e lo scorso mese di febbraio. A causa della decurtazione della sua pensione, Xu si trova ora nell’indigenza.
Vent’anni fa Zhao Xianchang, della città di Guanghan nella provincia del Sichuan, è stata licenziata dal suo lavoro di insegnante, per essersi rifiutata di rinunciare alla sua fede nel Falun Gong. Il consiglio d’istruzione non solo le ha negato le ripetute richieste di reintegro nel posto di lavoro, ma l’ha anche denunciata alla polizia quando, nel 2022, ha chiesto nuovamente di essere reintegrata. La polizia ha installato una telecamera di sorveglianza e ha fatto in modo che persone in auto o a piedi la controllassero. La persecuzione continua tuttora.
Zhao ha già scontato la condanna a due campi di lavoro forzato per un totale di cinque anni (dal 2000 al 2002 e dal 2004 al 2007), per aver praticato il Falun Gong. Il suo datore di lavoro, la terza scuola media di Guangshan, nel giugno 2004 l’ha licenziata, poco dopo essere stata arrestata. Dopo aver completato il secondo periodo di lavori forzati nel 2007, ha iniziato una dura battaglia per riavere il suo lavoro.
I responsabili del Consiglio scolastico della città di Guanghan hanno ripetutamente negato le sue richieste e, quando si è nuovamente rivolta a loro nel 2022, l’hanno denunciata alla polizia e hanno consegnato la sua lettera al presidente del consiglio d’istruzione. La donna si è recata in un ufficio postale di una città vicina, per spedire una lettera alle agenzie governative competenti, ma anche i responsabili dell’ufficio postale hanno consegnato la lettera alla polizia.
Il 20 giugno 2022 la donna è stata convocata dalla polizia, che l’ha accusata di aver violato la legge punitiva dell’amministrazione di pubblica sicurezza. Zhao si è rifiutata di firmare i verbali dell’interrogatorio e la polizia lo ha annotato. Pur essendo stata rilasciata, la polizia ha inviato delle persone a seguirla ogni giorno, mentre si destreggiava in vari lavori temporanei per guadagnarsi da vivere. Quando hanno visto che passava regolarmente a un certo incrocio, la polizia ha installato una telecamera di sorveglianza.
I sorveglianti incaricati di seguirla erano ovunque. Alcuni erano seduti in un negozio di tè di fronte a casa sua e, non appena usciva dalla porta, la denunciavano alla polizia. Quando si recava alla sua piccola attività commerciale, gli operatori della comunità uscivano per ispezionare il suo carrello e vedere con chi stava parlando.
Un giorno stava svolgendo il suo lavoro temporaneo in un supermercato, quando un controllore l’ha seguita e ha insinuato ai suoi colleghi che era una terrorista, a causa della sua fede nel Falun Gong. Zhao ha sentito una pressione tale, che ha presto lasciato il lavoro al supermercato.
Lo scorso mese di marzo Zhao ha accompagnato la madre ottantenne a una fiera locale e ha incontrato un conoscente. Non si vedevano da molto tempo e hanno parlato un po’. Quel giorno l’uomo che la stava sorvegliando ha origliato la loro conversazione.
Zhao ha scritto una lettera alla polizia e ai funzionari del comune, chiedendo di smettere di controllarla come fosse una criminale, perché non aveva infranto alcuna legge praticando il Falun Gong o cercando di riavere il suo lavoro.
Lo scorso 3 aprile le autorità hanno risposto, facendo irruzione nella sua abitazione. Erano le 15:00 e Zhao si stava preparando a dare ripetizioni ad alcuni studenti, quando la polizia ha fatto irruzione nell’appartamento. Gli agenti hanno strappato i distici sulla sua porta e le hanno confiscato il computer e i libri del Falun Gong.
Il capo della polizia ha minacciato di trattenere Zhao per due anni. Le ha detto: “Il Partito Comunista Cinese è così buono, eppure tu lo stai contrastando”.
Il giorno dopo la polizia e un agente del Comitato per gli affari politici e legali sono tornati, minacciando di trattenerla perché aveva scritto una lettera alle agenzie governative, per chiedere di riavere il suo lavoro.
La donna, ancora sotto sorveglianza, ha dovuto rinunciare a dare ripetizioni, perché nessun genitore ha più avuto il coraggio di mandare i propri figli a casa sua nel doposcuola.
Shanghai: La polizia ordina al padrone di casa di sfrattare una praticante del Falun Gong
Intorno alle 15:00 del 7 febbraio scorso Chen Wei è tornata nel suo appartamento in affitto nella Comunità di Haitangcun, nella nuova area di Pudong a Shanghai, e ha trovato i sigilli della polizia sulla porta.
Entrambi i sigilli recitavano “Sezione di Pudong del Dipartimento di polizia di Shanghai”. C’era anche una nota che diceva: “Si prega di contattare, il prima possibile, l’agente Wu della stazione di polizia di Cailu” (la stazione di polizia di Cailu fa capo alla filiale di Pudong).
Chen ha chiamato il suo padrone di casa Ren (alias) e ha saputo che l’agente Wu Kanchen era andato a cercarla intorno alle 10:00 di quel giorno. La donna non era in casa e Wu ha chiamato Ren sul posto, ordinandogli di sfrattarla perché è una praticante del Falun Gong. Wu l’ha descritta come membro di una setta, un’accusa usata per attaccare il Falun Gong da quando è iniziata la persecuzione nel luglio 1999, nonostante in Cina nessuna legge criminalizzi il Falun Gong.
Wu ha anche chiesto se Ren avesse una chiave nascosta vicino all’appartamento in affitto per poter entrare. Ren ha risposto che non c’erano chiavi di riserva. Wu ha ordinato a Ren di chiamarlo non appena avesse disdetto il contratto di affitto di Chen. Wu ha detto che sarebbe venuto personalmente a controllare l’appartamento in affitto dopo che la donna era stata sfrattata.
Wu ha avvertito Ren di controllare il passato di tutti i suoi futuri inquilini, per assicurarsi che non fossero praticanti del Falun Gong.
Non molto tempo prima della visita di Wu, anche l’ufficio locale della comunità di Haitangcun ha chiamato Ren e lo ha esortato a sfrattare Chen. Al momento in cui scriviamo non è chiaro se Ren abbia formalmente rescisso il contratto di affitto.
Il 3 gennaio scorso Gao Jie, di 66 anni del distretto di Hechuan a Chongqing, ha completato il suo secondo periodo di detenzione, ma si vista negare un sussidio per basso reddito e ha subito continue vessazioni.
Il 17 giugno 2022 la donna era in casa, quando la polizia e gli operatori del comitato residenziale le hanno improvvisamente interrotto l’erogazione dell’acqua e dell’elettricità. I responsabili hanno aperto la porta e sono entrati nell’appartamento. Gao li ha biasimati per aver fatto irruzione in casa sua senza un mandato di perquisizione. Gli agenti hanno affermato di averne uno in auto, e che glielo avrebbero mostrato più tardi, ma non l’hanno mai fatto.
Il 3 aprile dell’anno scorso la donna è stata condannata a un anno e mezzo di prigione. Ha presentato ricorso in appello al primo tribunale intermedio di Chongqing, ma è stato respinto. Il 3 gennaio scorso è stata rilasciata ed è andata a stare dalla famiglia del fratello. Pochi istanti dopo il suo arrivo a casa del fratello, sono arrivati cinque agenti, che l’hanno filmata contro la sua volontà e le hanno ordinato di firmare dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong, ma Gao si è rifiutata di obbedire.
In seguito, il segretario Wang del Comitato di strada della città di Yunmen l’ha informata diverse volte di richiedere un sussidio per basso reddito. La donna si è recata ogni volta, ma Wang le ha sempre detto che aveva ancora bisogno di questo o quel documento. Quando finalmente ha ottenuto tutti i documenti richiesti, Wang ha detto che i superiori non avrebbero approvato la sua domanda, a meno che non avesse scritto una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong.
Gao si è rifiutata di farlo e non ha mai ricevuto il sussidio. Per sbarcare il lunario, ha dovuto svolgere lavori saltuari e, il 1° marzo, ha iniziato a lavorare come assistente personale di un’insegnante in pensione. Il segretario Wang l’ha rintracciata e per due volte, a pochi giorni dall’inizio del nuovo impiego, ha mandato delle persone a molestarla a casa del suo datore di lavoro. La donna non ha potuto far altro che rinunciare all’impiego. Ha quindi trovato un altro lavoro come assistente alla persona presso una famiglia della città di Chengdu, nella provincia del Sichuan, a circa 320 chilometri di distanza.
Due settimane dopo, il 22 marzo, due agenti in uniforme hanno fatto irruzione in casa del nuovo datore di lavoro di Gao, per filmarla e interrogarla. Non le hanno mostrato alcun documento d’identità né hanno rivelato i loro nomi e, più tardi l’hanno portata alla Stazione di polizia della città di Chengdu. Gao ha biasimato gli agenti per averla arrestata. La polizia di Chengdu ha detto che i colleghi di Chongqing li aveva informati del suo nuovo lavoro a Chengdu e aveva chiesto loro di arrestarla. Poche ore dopo la donna è stata rilasciata.
Praticanti anziani presi di mira
Lin Xianghua, di 78 anni, residente a Wuhan nella provincia dell’Hubei, è stata messa agli arresti domiciliari, dopo che un centro di detenzione locale le ha rifiutato l’ammissione, a causa delle sue cattive condizioni di salute.
Verso le 9:00 del 1° aprile scorso Lin era a casa, quando il comitato di strada ha condotto circa sette agenti ad arrestarla. Hanno detto che era stata denunciata da un gestore di rete, per aver distribuito materiale informativo del Falun Gong nel suo complesso residenziale. Gli agenti hanno prodotto un mandato di perquisizione e le hanno confiscato il computer portatile, il lettore musicale, i libri e il materiale informativo del Falun Gong.
Nella persecuzione, oltre a utilizzare le forze dell’ordine e il sistema giudiziario per arrestare e condannare i praticanti del Falun Gong, il regime comunista ha anche mobilitato i comitati di strada e i gestori delle griglie per collaborare. Il sistema di gestione sociale di tipo reticolare in Cina prevede la suddivisione di ogni contea in zone più piccole (o reticoli), e il compito dei gestori dei reticoli è quello di monitorare i cittadini e segnalare regolarmente le attività sospette ai governi locali.
Gli agenti hanno portato Lin alla stazione di polizia per interrogarla. Le hanno anche prelevato con la forza campioni di sangue e scattato fotografie. Successivamente l’hanno portata in ospedale per un esame fisico. Dopo la visita in ospedale, Lin è stata condotta al primo Centro di detenzione della città di Wuhan, dove è stata sottoposta a un’altra serie di esami fisici. Dopo aver scoperto che soffriva d’ipertensione, il centro di detenzione ha rifiutato di ammetterla e, dopo le 19:00, la polizia l’ha rilasciata agli arresti domiciliari. Lin si è rifiutata di firmare i documenti.
L’ultimo episodio di persecuzione di Lin è stato preceduto da quello del 19 gennaio scorso. Poco dopo le 10:00 di mattina ha dato a un vicino un DVD contenente informazioni sul Falun Gong, ma è stata denunciata. La polizia è arrivata a casa sua in meno di un’ora e le ha confiscato i libri del Falun Gong e altri oggetti di valore. Non le è stato rilasciato un elenco degli oggetti confiscati, come previsto dalla legge.
Più tardi Lin è stata portata alla stazione di polizia, dove è stata interrogata, le sono state scattate delle foto e le è stato fatto un prelievo di sangue. Dopo le 22:00 è stata rilasciata.
Il 25 marzo scorso più di 10 persone del tribunale distrettuale di Daxing, a Pechino, si sono recate a casa di Ma Xiuying, di 87 anni, e hanno minacciato di condannarla a un anno di prigione per la sua fede nel Falun Gong.
L’ultimo episodio di persecuzione di Ma deriva dal suo precedente arresto, avvenuto nell’agosto 2021, per aver distribuito materiale informativo del Falun Gong in un mercato locale. A causa della sua età avanzata, la sicurezza del mercato è stata costretta a rilasciarla.
In seguito, la polizia e i membri dello staff del comitato residenziale l’hanno spesso molestata, chiedendo di fotografarla o ordinandole di firmare alcuni documenti. Durante una visita, la polizia le ha prelevato con la forza un campione di sangue, minacciandola, se non avesse obbedito, di portarle via il ritratto del fondatore del Falun Gong. Dopo che gli agenti se ne sono andati, Ma ha notato che la sua copia dello Zhuan Falun, l’insegnamento principale del Falun Gong, era sparita. L’anziana donna è corsa dietro agli agenti e l’ha recuperata.
Tra marzo e giugno del 2021, pochi mesi prima del suo arresto, è stata molestata dalla polizia e dagli operatori della comunità.
Articolo riportato da Minghui.org