Confessioni di un funzionario consolare cinese
Ex diplomatico cinese di alto rango testimonia davanti al Congresso
Nota del redattore: quanto segue è una testimonianza del signor Chen Yonglin, ex primo segretario del consolato generale cinese a Sydney, resa durante un’udienza del Congresso degli Stati Uniti del 21 luglio 2005, dinanzi alla sottocommissione per l’Africa, per i diritti umani globali e le operazioni internazionali e alla sottocommissione per la Supervisione e le indagini della Commissione per le relazioni internazionali.
Buon pomeriggio, signor Presidente e membri del Comitato. Grazie per quest’opportunità di testimoniare. Mi chiamo CHEN Yonglin, ex Console per gli Affari Politici (grado di Primo Segretario) del Consolato Generale della RPC a Sydney. Ho lavorato presso il Consolato Generale Cinese a Sydney, nel periodo dal 26 aprile 2001 al 26 maggio 2005. Prima di arrivare a Sydney, ho lavorato presso il Ministero degli Affari Esteri della Cina per circa 10 anni e, nel periodo compreso tra l’agosto 1994 e l’agosto 1998, mi hanno assegnato all’Ambasciata Cinese nelle Fiji. Vorrei testimoniare su come le Missioni Cinesi all’estero e, in particolare, in Australia, sostengano una politica di persecuzione nei confronti dei praticanti del Falun Gong.
In base alle mie conoscenze, la persecuzione del Falun Gong da parte del Partito Comunista Cinese (PCC) è una campagna sistematica. Tutte le autorità, in particolare quelle della pubblica sicurezza, della sicurezza dello Stato e degli Affari Esteri, vi sono coinvolte. Da quando il PCC ha dichiarato guerra ai praticanti del Falun Gong, nel giugno 1999, il Ministero degli Affari Esteri (MAE) della Cina ha istituito un ufficio chiamato ”Ufficio per la questione del Falun Gong”, che opera sotto l’Ufficio Generale del MAE come parte del sistema ”Ufficio Centrale 610”. Nel luglio 2004, l’Ufficio per la questione del Falun Gong del MAE ha cambiato nome in “Dipartimento per gli affari di sicurezza esterna”, la cui funzione include anche la gestione dei gruppi del Turkistan Orientale e di altri ”affari di sicurezza non tradizionali”.
Anche altri ministeri del governo centrale, i governi provinciali e di vari livelli, le istituzioni e le aziende statali, hanno istituito i propri uffici 610, sebbene questi si chiamino con nomi leggermente diversi. In ogni missione cinese all’estero, ci deve essere almeno un funzionario incaricato degli affari relativi al Falun Gong, ed il capo e vice capo della missione ne sono responsabili. So per certo, che ci sono oltre 1000 agenti segreti e informatori cinesi in Australia, che hanno avuto un ruolo nella persecuzione del Falun Gong, e il loro numero, negli Stati Uniti, dovrebbe essere ancora più alto.
I. LA GUERRA AL FALUN GONG IN CINA
Mi è stato detto da Wang Xiaoxiang, vicedirettore dell’Ufficio centrale 610, in visita a Sydney dal 21 al 23 dicembre 2001, che il nome dell’Ufficio centrale del PCC per la gestione della questione del Falun Gong, istituito il 10 giugno 1999, è stato poi variato in ”Ufficio per la prevenzione e la gestione del problema delle sette malvagie del Consiglio di Stato”, ma gli addetti ai lavori lo hanno sempre definito ”Ufficio centrale 610”. Dall’inizio del 2001 sono state prese misure massicce ed estremamente dure contro il Falun Gong, perché ancora un gran numero di persone pratica questa disciplina in luoghi pubblici ogni giorno e manifesta in Piazza Tienanmen. Il signor WANG ha detto: ”Normalmente il numero di praticanti che visitano piazza Tienanmen ogni giorno raggiunge diverse decine, e a volte supera le 1000 unità. Queste persone erano molto strane. Le guardie di sicurezza hanno dovuto trascinarli nel pullman che li attendeva nelle vicinanze. Tuttavia, alcuni di loro hanno cooperato. La polizia li ha semplicemente invitati a salire sul bus. Li abbiamo mandati nei centri di raccolta della periferia o negli stadi dei sobborghi e chiesto alla polizia di ogni governo locale di scortarli a casa. I comitati di villaggio e di strada hanno la responsabilità di monitorarli rigorosamente e controllare i loro movimenti. Se dovessero scappare di nuovo, tutti i funzionari di quella data provincia ne sarebbero ritenuti responsabili.”
Sono stato informato sui recenti sviluppi della guerra contro il Falun Gong dal Sig. YUAN Yin, Vice Direttore dell”Ufficio Centrale 610′, in visita a Sydney dal 16 al 18 dicembre 2003, il quale era accompagnato da nove funzionari del suo ufficio e dell’Ufficio del MAE per la questione del Falun Gong. La guerra contro il Falun Gong ha ottenuto una ”vittoria epocale”, il numero dei praticanti del Falun Gong si è ridotto drasticamente, dopo l’abile esposizione di alcuni suicidi all’interno del Falun Gong”. I praticanti che manifestano in Piazza Tienanmen sono diminuiti, perché la maggior parte di loro viene controllata e tenuta sotto stretta sorveglianza.
Monitorare gli aderenti al Falun Gong, deve costare in media, al Governo comunista cinese, 150.000 Yuan, (circa 18.300 dollari) all’anno. Attualmente, sono presenti ancora oltre 60.000 praticanti del Falun Gong in Cina: la metà di essi si trova in prigione e nei campi di lavoro, e l’altra metà è sotto sorveglianza. ”La spesa [per la lotta contro il Falun Gong] è molto alta. Se permettessimo che esistessero senza controllo, il nostro Partito [comunista] si troverebbe di fronte a un nemico gigantesco, e la nostra società non sarebbe stabile”, ha detto YUAN.
Quando ero in servizio al Consolato generale cinese di Sydney, circa un centinaio di delegazioni guidate da alti funzionari, di grado superiore a quelli del vice ministro, hanno visitato la città a spese dei contribuenti cinesi. Mi sono spesso occupato di questi funzionari corrotti, e ho avuto la possibilità di ascoltare da loro molte storie interne su come fossero riusciti a catturare i praticanti del Falun Gong, ricorrendo a ogni tipo di risorsa. In quel periodo, ho anche letto molti materiali riservati sui casi di morte dei membri del Falun Gong; i praticanti sono sempre stati accusati di ”non collaborare” o di ”suicidio”, mentre in realtà sono deceduti a causa della gestione inadeguata o della brutalità della polizia.
II. LA GUERRA AL FALUN GONG IN AUSTRALIA
La guerra contro il Falun Gong è uno dei compiti principali delle missioni cinesi all’estero. Nel febbraio 2002, il Consolato generale cinese a Sydney ha istituito il “Gruppo speciale per la lotta contro il Falun Gong”, guidato dal Console generale e dal Console generale aggiunto, composto da rappresentanti di tutte le sezioni del Consolato, tra cui la Sezione di ricerca politica, la Sezione di propaganda culturale, la Sezione affari cinesi d’oltremare, l’Ufficio commerciale e l’Ufficio dell’istruzione. Il Gruppo Speciale si riuniva una volta ogni due settimane.
Nel 2002, quando ho assunto la responsabilità di coordinatore, tale riunione si è tenuta una volta ogni due mesi e nei successivi due anni e mezzo una volta ogni trimestre. La questione del Falun Gong è una priorità per il Consolato; è un lavoro quotidiano e a lungo termine. Il Gruppo Speciale fa parte del sistema di uffici ”610” per la persecuzione del Falun Gong.
Il modello australiano per ”la guerra al Falun Gong” è esattamente lo stesso negli Stati Uniti e in altri paesi in cui questa disciplina spirituale è attiva. La politica del PCC centrale per le missioni all’estero è ”Combattere faccia a faccia, attaccare volontariamente e aggressivamente [il Falun Gong]”.
Alcune delle misure adottate per ridurne lo ”spazio vitale” includono:
1. Una campagna di propaganda anti-Falun Gong su larga scala in paesi stranieri, tra cui Australia e Stati Uniti. Nella prima metà del 2002, le missioni in Australia hanno organizzato con successo una mostra di pittura anti-Falun Gong. Il Consolato generale cinese a Sydney l’ha tenuta in nome del “Promuovere la sana cultura cinese e opporsi al culto”. Il Console generale esercita tale politica del PCC ogni volta che ospita o partecipa ad un evento. Il personale del Consolato invia spesso lettere, notizie, note e altro materiale stampato contro il Falun Gong a molteplici funzionari governativi, o lo fa attraverso “amici”, ogni volta che lo ritiene necessario. Ogni anno, il Consolato distribuisce numerosi pacchi di materiale anti-Falun Gong a tutti i livelli dei governi del New South Wales, alle organizzazioni non governative, alle biblioteche, alle scuole e ai visitatori del Consolato. Quando il personale del Consolato visita le zone remote del New South Wales, porta con sé materiali anti-Falun Gong da distribuire. Il sito web dell’Università di Wollongong nel 2004 mostrava una foto dello stand del Falun Gong, tale foto è stata eliminata in poche ore, dopo una denuncia della Chinese Students Friendship Association controllata dal Consolato, .
La China Central Television (CCTV) ha pagato la Sydney Chinese Television (servizio offerto da Channel 31) per trasmettere, in prima serata, una serie di filmati registrati dalla CCTV ”Focus Interview” sull’opposizione al Falun Gong. Alcuni media cinesi locali a Sydney, come l’ex 2AC Chinese Daily, il Singtao Daily, l’Australian Express Daily e il sito web ”Chinatown Online”sono tutti favorevoli al PCC nelle notizie riguardanti il Falun Gong. Un giorno, un praticante del Falun Gong ha vinto la possibilità di condurre ‘un’intervista a suo piacimento di mezzora’, alla radio mandarina 2AC, tuttavia il funzionario del consolato che partecipava all’evento ha immediatamente imposto alla radio alcune restrizioni alle domande e costretto il praticante della disciplina spirituale a rinunciare.
2. Fare pressione sui funzionari dei vari governi australiani e scambiare benefici politici con mezzi economici. Questi funzionari includono il governo dello stato del New South Wales, il parlamento dello stato, i consigli comunali, il partito laburista dello stato e il partito liberale. Di fronte alle enormi pressioni, i consigli comunali di Bankstown, Rockdale, Hurstville, Burwood e di altre città, hanno respinto le mozioni a sostegno del Falun Gong o hanno intrapreso alcune azioni a favore della politica del PCC sul Falun Gong. Il lavoro del consolato ha avuto grande successo e, di conseguenza, solo pochi parlamentari e consiglieri del New South Wales sono disposti a incontrare i praticanti del Falun Gong o parlare alle loro manifestazioni. Nessun consiglio comunale osa più inviare lettere di apprezzamento al Falun Gong.
I mezzi economici hanno avuto un discreto successo. I leader del PCC hanno deciso di assegnare il contratto per il GNL del Guangdong alla North West Shelf nel 2002, come parte della strategia cinese del “Grande Concetto di Confine” per ottenere dall’Australia sia risorse naturali, che un compromesso politico. Il consolato di Sydney ha coltivato relazioni intime con molti funzionari federali e statali invitandoli a visitare la Cina, promuovendo i rapporti commerciali individuali con la Cina e tenendo cene in loro onore.
Ogni anno, numerosi funzionari cinesi visitano l’Australia. Hanno il compito di utilizzare tutte le occasioni ufficiali per denunciare il Falun Gong. Il signor Wu Bangguo, presidente del Congresso nazionale del popolo del regime del Partito comunista cinese, ha visitato Sydney nel maggio 2005 e non ha mancato di definire, nel suo discorso ad alcune persone pro-PCC della comunità cinese, il Falun Gong come una “setta malvagia”, nonostante l’assenza di dimostrazioni da parte degli aderenti alla disciplina durante la sua visita.
3. Attuazione della politica “Combattere faccia a faccia” il Falun Gong. Il Consolato ha sconfitto con successo il tentativo del Falun Gong di partecipare alla parata del Festival di Primavera cinese. Il Consolato ha costretto consecutivamente l’Autorità ferroviaria del New South Wales e la Compagnia dell’Aeroporto Internazionale di Sydney a togliere il grande cartellone con le parole “Verità, Compassione e Tolleranza”. Per impedire che la Scuola Minghui di Sydney (il cui preside è un praticante del Falun Gong) venisse sponsorizzata dal Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione del New South Wales, il Consolato ha esercitato un’enorme pressione sul Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione, e il caso è ancora aperto. Dopo aver parlato con il Consiglio comunale di Fairfield, il progetto iniziale di istituire una stele con “Verità, Compassione e Tolleranza” è stato annullato. Esiste un’ampia “lista nera” di praticanti australiani del Falun Gong, utilizzata per il controllo e la sorveglianza delle frontiere nel Paese stesso.
Tuttavia, non tutte le denunce hanno successo. Nel maggio 2003, la rappresentanza del Consolato presso il governo del New South Wales e il Comune di Sydney contro una serata culturale cinese ospitata da alcuni praticanti del Falun Gong si è rivelata vana. Molte organizzazioni della comunità cinese si sono mobilitate scrivendo lettere o contattando il sindaco e i consiglieri. Il Consolato ha preparato il contenuto della lettera e ha chiesto loro di firmarla e consegnarla al Comune. Il Comune ha accettato di non inviare i propri funzionari alla serata, ma ha insistito sul fatto che i praticanti del Falun Gong avevano il diritto di affittare il Municipio di Sydney in base a un contratto commerciale.
4. Mobilitare la forza della comunità cinese, degli studenti cinesi e delle aziende cinesi nel New South Wales per comprimere lo spazio vitale del Falun Gong. Ogni anno i funzionari del Consolato partecipano a centinaia di funzioni tenute dalla comunità cinese locale e ogni volta il Consolato chiede all’ospite di garantire che nessun praticante del Falun Gong sia presente. Il Consolato ha tenuto una serie di colloqui con la comunità cinese sull’opposizione al Falun Gong e ha avviato una campagna di firme per denunciare la pratica spirituale. Il Consolato ha pagato il viaggio in Cina ad alcuni studiosi cinesi per incoraggiarli a parlare contro il Falun Gong in TV o a scrivere articoli sui giornali. Ad alcuni richiedenti il visto è stato domandato di imprecare contro i dimostranti del Falun Gong di fronte al Consolato.
5. Controllare e monitorare rigorosamente le attività del Falun Gong. Il Consolato cinese ha aggiornato due volte la lista principale dei praticanti del Falun Gong presso il Consolato Generale russo a Sydney, e quest’ultimo lo ha aiutato a intercettare alcuni praticanti che volevano entrare in Russia nel periodo in cui Jiang Zemin era in visita nel paese. Tutte le scuole di lingua cinese nel New South Wales sono autorizzate a utilizzare il libro di testo rilasciato dall’Ufficio per gli affari cinesi d’oltremare del Consiglio di Stato, ad eccezione della Sydney Minghui School che è legata al Falun Gong. Ogni anno, oltre 20 praticanti del Falun Gong vengono intercettati dal Consolato cinese, che esige il rinnovo dei loro visti o passaporti cinesi. Il Consolato, normalmente, confisca i passaporti ai cittadini cinesi che desiderano estenderne la validità. Alcuni cinesi locali e studenti sono incoraggiati a mescolarsi con i praticanti del Falun Gong, allo scopo di raccogliere informazioni, e in premio ricevono biglietti per spettacoli culturali, cene, regali e denaro.
Questi sono solo alcuni esempi della persecuzione del Falun Gong che il PCC organizza e intraprende nello stato del New South Wales, in Australia. Attività della stessa natura si svolgono anche in altri paesi, ovunque il Falun Gong sia attivo.
III. IL POPOLO CINESE HA BISOGNO DELLA LIBERTÀ DI CREDO
Esistono 4,8 miliardi di persone con credenze religiose pari a circa l’80% della popolazione mondiale. In Cina, sotto la persecuzione del PCC, ci sono solo 0,1 miliardi di cinesi che hanno determinate credenze, meno dell’8% della popolazione totale della Cina. Ovviamente, non c’è libertà di religione e di credo sotto la dittatura del PCC. Al PCC dovrebbe essere impedito di perseguitare il Falun Gong e altri gruppi religiosi.
Grazie.