Dopo una condanna di 3 anni,  Fang Bin, un informatore sul Covid 19 e praticante del Falun Gong, è stato rilasciato.

L'informatore sul COVID-19 Fang Bin nel 2020.

L'informatore sul COVID-19 Fang Bin nel 2020.

Il 30 aprile 2023, è stato rilasciato dopo una condanna a tre anni Fang Bin, un giornalista cittadino e praticante del Falun Gong che ha raccontato gli eventi di Wuhan durante i primi mesi della pandemia.

Mentre il governo cinese nascondeva gli eventi in corso, Fang forniva filmati che mostravano gli ospedali di Wuhan stracolmi e all’esterno di essi i sacchi di cadaveri.

Il rilascio di Fang è stata una notizia inaspettata, poiché non si sapeva nulla della sua condanna o della durata della pena. Le fonti ufficiali hanno riferito che era stato accusato di “aver provocato litigi e problemi”, un’accusa vaga spesso utilizzata per reprimere la libertà di espressione e per i sostenitori dei diritti. Secondo il quotidiano taiwanese Liberty Times Net, Fang è stato condannato durante un processo segreto dal tribunale del distretto di Jiang’an a Wuhan. Nessun documento ufficiale del tribunale è stato reso pubblico.

Dopo il suo primo arresto, in cui sei poliziotti si sono presentati alla sua porta con tute antigas, la polizia l’ha rilasciato a causa delle reazioni dell’opinione pubblica. Prima di scarcerare Fang, la polizia di Wuhan l’ha avvertito: “Dovrebbe esserci una sola voce, altrimenti si scatena il caos.”

Il 9 febbraio, Fang è scomparso dopo aver pubblicato un ultimo video. Non ci sono state informazioni su di lui per quasi due anni, finché nel novembre 2021 è emersa la notizia che era detenuto nel centro di detenzione di Jiang’an.

Fonti anonime hanno riferito a Radio Free Asia che l’Ufficio di Pubblica Sicurezza di Wuhan a metà aprile ha comunicato ai parenti  il suo rilascio previsto. Secondo la BBC, Fang Bin è stato effettivamente liberato e, a quanto pare, gode di buona salute.

Il Centro d’Informazione sulla Falun Dafa è preoccupato che continui a essere sorvegliato e molestato.

Il caso di Fang Bin è solo un esempio della soppressione della libertà di espressione da parte del PCC. Almeno altri dieci praticanti del Falun Gong sono stati arrestati per aver agito come dei  giornalisti  durante la pandemia.

Il 19 luglio 2020, Xu Na è stata arrestata insieme ad altri dieci  giornalisti cittadini a Pechino per aver pubblicato online delle foto di Pechino. Ai loro avvocati sono stati negati alcuni diritti tutelati dalla legge cinese, tra cui la copia e la richiesta di documenti giudiziari, nonché la presenza durante importanti procedimenti giudiziari. Il 2 aprile 2021 è  stata incriminata  e detenuta nel carcere femminile di Pechino fino alla sentenza del 14 gennaio 2022. È stata quindi condannata a otto anni di carcere.

Xu Na, una degli undici giornalisti cittadini incarcerati che praticano il Falun Gong.

Non si sa dove lei si trovi esattamente, anche se è probabile che sia ancora detenuta nel carcere femminile di Pechino. L’ organizzazione non governativa internazionale, Freedom House e altri hanno chiesto il rilascio immediato di Xu.

Xu è stata perseguitata più volte in passato per i suoi sforzi di disobbedienza civile legati al Falun Gong. Nel 2001, è stata condannata a 5 anni di prigione e ha subito torture nel carcere femminile di Pechino. È stata tenuta in isolamento, privata del sonno, le è stato vietato di lavarsi e le sono state negate le visite. Nel 2008, Xu e suo marito, Yu Zhou, sono stati arrestati prima delle Olimpiadi del 2008. Le guardie del centro di detenzione del distretto di Tongzhou della città di Pechino a due settimane dalla detenzione,  hanno torturato a morte il marito.

Share